Ciclone Cuffaro sul Pd siciliano. I timori di una scalata del partito da parte dei fedelissimi vecchi e nuovi dell’ex governatore che ha recentemente finito di scontare in carcere una condanna per mafia, ha armato la reazione del segretario regionale, il ‘giovane turco’ Fausto Raciti, che ha annunciato il blocco del tesseramento. Scatenando la furia dei renziani dell’Isola che chiedono il commissariamento del partito. “Il Pd in Sicilia non e’ ne’ sara’ mai erede del cuffarismo. Chi rimesta tessere sbattera’ il muso. Bisogna smetterla con fantomatiche invasioni cuffariane all’interno del Partito democratico”, aveva detto ieri Raciti a fronte delle dichiarazioni rilasciate da Cuffaro all’Huffington Post (“e’ vero, con Renzi si stanno spostando i miei voti e la mia classe dirigente. E dunque quelli che stavano con me e ora nel Pd fanno le tessere”). Sulla vicenda era intervenuto l’esponente della minoranza Pd Roberto Speranza, che ha definito “molto preoccupanti le notizie in merito ad iscrizioni di massa al Pd da parte di gruppi organizzati che nulla hanno a che fare con la nostra storia”.
“Saremo inflessibili – dice oggi il segretario siciliano – le commissioni provinciali di garanzia faranno verifiche su ogni tessera. Il tesseramento e’ stato concluso a fine gennaio, ma ho notizia di pratiche disinvolte; interverremo duramente e annulleremo le tessere laddove saranno accertate anomalie, passaggi di pacchetti di tessere e scalate”. “Hanno una paura matta del cambiamento impresso da Renzi”, soprattutto in Sicilia”, e’ la replica del presidente del Pd siciliano Giuseppe Bruno, che piuttosto lega “il sistema consociativo di Cuffaro” a nomi come quelli di “Cracolici e Crisafulli”. Non ci sta neppure uno dei referenti dell’area renziana, il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo, componente assemblea nazionale Pd: “Cosa c’entra il Pd con Cuffaro? Laddove emergessero scomposte scalate al partito da parte di soggetti interessati piu’ al potere personale che al bene comune, chiunque essi fossero, sarei il primo a dissociarmi. Con la stessa determinazione bisogna, pero’, contrastare ogni tentativo di gettare fango. Parlare di congelamento dei nuovi iscritti del 2015, controllando ogni singolo nome, piu’ che una scelta legata alla volonta’ di tutelare il partito, sembra quella del rappresentante di una parte che ha ottenuto un numero inferiore di tesseramenti. Le dichiarazioni di Raciti dimostrano la scarsa capacita’ del segretario di superare conflitti personali o, peggio, di corrente. A questo punto invito i vertici nazionali del Partito democratico a valutare seriamente un commissariamento del Pd siciliano perche’, evidentemente, le scelte fatte con Enna e Messina non sono sufficienti”.
“Il bue che dice cornuto all’asino. Giuseppe Bruno, esperto in cuffarite – risponde Antonello Cracolici – mi accusa di essere stato consociativo con Cuffaro. Dimentica che lui c’e’ cresciuto, militando persino nella stessa corrente interna. Si e’ formato alla sua scuola. Io quella cultura l’ho combattuta da sempre. Ma del resto uno che non e’ riuscito a farsi eleggere nemmeno in un condominio, pensa di poterci riuscire cercando di delegittimare la storia degli altri”. Alla finestra, quasi serafico, un Cuffaro probabilmente compiaciuto di essere in grado di smuovere le acque della politica nonostante cinque anni di esilio forzato: “Ho voluto semplicemente ribadire la mia scelta definitiva di abbandonare la vita politica. Lungi da me l’idea di impegnarmi nel tesseramento di qualsivoglia partito politico”.