Davigo (Anm): “I politici rubano più di prima e senza vergogna”. E scoppia la polemica

Davigo (Anm): “I politici rubano più di prima e senza vergogna”. E scoppia la polemica
22 aprile 2016

di Giuseppe Novelli

Rispetto alla stagione di Tangentopoli, oggi i politici “non hanno smesso di rubare; hanno smesso di vergognarsi. Rivendicano con sfrontatezza quel che prima facevano di nascosto. Dicono cose tipo: ‘Con i nostri soldi facciamo quello che ci pare’. Ma non sono soldi loro; sono dei contribuenti”. Parla al Corriere della Sera il nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati Piercamillo Davigo. Secondo Davigo oggi la situazione “è peggio di allora. È come in quella barzelletta inventata sotto il fascismo. Il prefetto arriva in un paese e lo trova infestato di mosche e zanzare, e si lamenta con il podestà: ‘Qui non si fa la battaglia contro le mosche?’. ‘L’abbiamo fatta – risponde il podestà -. Solo che hanno vinto le mosche’. Ecco, in Italia hanno vinto le mosche. I corrotti. Questo governo fa le stesse cose” prosegue Davigo riferendosi ai tempi dell’abolizione del falso in bilancio, “aumenta le soglie di rilevanza penale. Aumenta la circolazione dei contanti, con la scusa risibile che i pensionati non hanno dimestichezza con le carte di credito: ma lei ha mai visto un pensionato che gira con tremila euro in tasca?”.

CSM La prima reazione arriva da Luca Palmara del Csm: “Non e’ il momento di alimentare un inutile scontro fra politica e magistratura”. Secondo Palamara, “la storia giudiziaria di questo Paese va rispettata. Davigo ha svolto ruolo importante da questo punto di vista e lo Stato deve dare una risposta ferma e forte sul tema della corruzione adottando quelle modifiche che ancora chiediamo per far funzionare meglio il processo penale. Ad esempio – spiega – intervenendo sulla prescrizione. Dico pero’ che non bisogna avere nostalgia del passato: non e’ il momento ora di alimentare un inutile scontro. Di fronte a fatti di corruttela, la magistraura deve intervire. A me le generalizzazioni non piacciono per definizione, dobbiamo ribadire il tema dell’autonomia e indipendenza e la magistratura deve essere messa nelle condizioni di poter lavorare e non di cadere nella trappola, che spesso ha tanti nostalgici, di portare la magistratura sul terreno del conflitto. Fa notizia, ma noi dobbiamo evitare di essere portati su questo terreno”.

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ROMANO (PD) Sul fronte “leso”, quello della politica, tra i primi a commentare l’affondo di Davigo è il deputato del Pd, Andrea Romano: “Sembrerebbe che a Davigo sia ‘scappata la frizione’. La sua intervista e’ un po’ nostalgica, come se lui volesse tornare ad essere quello che e’ stato nel ’92, quando ha svolto una funzione diversa da quella che svolge ora”. Per l’esponente del partito di Renzi, “l’Italia e’ cambiata nel frattempo e trovo molto grossolana l’idea che i politici rubino tutti alla stessa maniera: sembra che Davigo non sia ben informato sulle leggi che abbiamo fatto. Leggi che non hanno reso i politici onesti dal primo all’ultimo, ma che servono a combattere la disonesta’. Il dovere di una classe politica e’ fare leggi che contrastano la corruzione e la disoneste’. Io – conclude Romano – mi auguro che la prossima intervista di Davigo sia piu’ equilibrata perche’ oggi Davigo svolge un ruolo delicato e importante come presidente dell’Anm”.

CICCHITTO (AP) Per Davigo i politici sono corrotti per definizione e bisognerebbe smascherarli con poliziotti in incognito con ruolo di agenti provocatori. E’ evidente che egli fa il presidente dell’Anm per essere il Savonarola che deve rivoltare l’Italia come un calzino. Poi, pero’, di fronte alla domanda di Cazzullo se e’ vero che in occasione di Mani Pulite il pool ha usato due pesi e due misure, si e’ impampinato e ha insultato Forlani”. Lo dichiara Fabrizio Cicchitto (Ap), presidente della Commissione esteri della Camera. “E’ evidente che Davigo ritiene che il suo ruolo di presidente dell’Anm deve essere quello di alzare al massimo la tensione fra la magistratura e la politica in quanto tale per intercettare a favore della categoria il consenso derivante dal populismo e dall’antipolitica. Allora – conclude Cicchitto – era quasi meglio Di Pietro che dopo 3 anni di Mani Pulite ha buttato giu’ la maschera, ha gettato la toga alle ortiche e si e’ fatto eleggere per gratitudine dai suoi amici del Pds al Mugello”.

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