Antifascismo, investimenti e turismo, Franceschini rilancia

6 settembre 2019

Valori dell’antifascismo e rispetto delle diversita’ per non trasformare le paure in odio. Sembra un vero ‘Manifesto’ politico quello con cui il neo ministro dei Beni culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha voluto inaugurare il nuovo corso del ministero che ha gia’ ricoperto in passato – dal 2014 al 2018 – nei governi guidati da Matteo Renzi prima e Paolo Gentiloni dopo. Sottolineatura non da poco, con la scelta di ripartire dal Museo della Liberazione di via Tasso a Roma: stesso luogo simbolico per “non smarrire la memoria in un tempo in cui si vedono molti elementi pericolosi” ha sottolineato, perche’ “si mettono in discussione i valori costitutivi della nostra Costituzione, i valori dell’accoglienza, del rispetto e della solidarieta’”.

Stesso museo dove aveva inaugurato la sua prima stagione da ministro della cultura 5 anni fa. E che oggi sceglie con la volonta’ di marcare la differenza rispetto alla Lega su cui punta il dito perche’ responsabile di aver prodotto un passo indietro sul fronte della cultura antifascista. Franceschini, politico di lungo corso, puntera’ non solo alla tutela del patrimonio artistico-culturale del Bel paese, ma anche sugli investimenti perche’, come ripete anche stavolta, quello dei Beni culturali e’ “il ministero economico piu’ importante del paese”, essenziale per un rilancio in toto dell’Italia.

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Investimenti, viene sottolineato, che si portano avanti attraverso l’intervento che si sta facendo in tutta Italia con i cosiddetti ‘Cantieri della cultura’ che proprio Franceschini aveva previsto, aumentando i fondi durante la sua azione di governo e che attualmente si aggirano sugli oltre 4 miliardi di euro. Ma una sfida in piu’ per il ministro dem e’ stato decidere di portare nel suo dicastero anche il settore del turismo, che era stato ‘trasferito’ all’Agricoltura nel governo giallo-verde. L’obiettivo del neoministro sara’ di investire su un turismo di qualita’ non limitato solo ai grandi siti, quelli piu’ noti, ma anche a quello diffuso su tutto il territorio, ai luoghi chiamati ingiustificatamente minori.

Nella sua scorsa esperienza da responsabile della cultura, tante erano state le riforme avviate da Franceschini e le iniziative molto popolari come quella dell’apertura gratis dei musei la prima domenica del mese. Iniziativa che e’ stata stoppata o quanto meno rimodulata dall’ultimo ministro Alberto Bonisoli e su questo Franceschini non aveva lesinato critiche. Ma nel primo giorno da ministro di un governo con alleati i 5 Stelle, il ministro dem non vuole polemizzare. E anche a chi gli chiede se ci sara’ una discontinuita’ rispetto al suo predecessore, si limita a rispondere: “Ci sara’ tempo per parlare di questo”. E, in un’ottica di ‘pacificazione’ non vuole nemmeno sentir parlare di riforma o controriforma relativamente a quanto fatto da Bonisoli, in particolare sul fronte della minore autonomia dei musei. Anche perche’ Franceschini, nel suo ruolo di capo delegazione Pd, ha voluto ribadire anche nel corso del primo Cdm che “questo governo nasce con uno spirito di coalizione e non di contrapposizione” e che lo scopo sara’ di “fare la sintesi su tutti i temi”.

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