Arrivano i computer del futuro. E saranno mini e super veloci. Per ottenere questo risultato, bisognerà però rimpicciolire i microprocessori e modificare il modo in cui dialogano i ‘cervelli’ dei nostri computer e smartphone per renderli più piccoli, veloci, flessibili e intelligenti. Ed è proprio questo l’obiettivo del progetto Swing, coordinato dal Politecnico di Milano. Il progetto, annuncia il PoliMi, “si propone di impiegare l’innovativa tecnica ‘tam-Spl’, una tecnica ‘furba’ inventata presso il Dipartimento di Fisica del Politecnico per controllare le configurazioni di spin in un film di materiale magnetico”. L’obiettivo è “realizzare circuiti magnetici miniaturizzati da impiegare per elaborare l’informazione nei nostri dispositivi” segnalano i ricercatori del gruppo di Nanomagnetismo del Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano dove, presso Polifab, il centro per la micro e nano-fabbricazione, sarà condotto il terzo anno di ricerche del progetto Swing, mentre i primi due anni partiranno presso i laboratori del Nanoscience Initiative del Cuny Advanced Science Research Center, a New York, negli Stati Uniti. I magneti permanenti che decorano i nostri frigoriferi, segnalano gli esperti del PoliMi, “sono composti di materiale ferromagnetico. In essi, i momenti magnetici degli elettroni, cioè gli spin, sono prevalentemente allineati in una direzione, concorrendo così a creare la forza macroscopica che li tiene attaccati al nostro frigorifero. Gli spin elettronici non sono fissi, interagiscono infatti con l’ambiente circostante e reagiscono a stimoli esterni riorientandosi. Questo dà fornisce la possibilità di manipolare la configurazione di spin all’interno di un materiale”.
I ricercatori del Politecnico di Milano utilizzano la tecnica ‘tam-SPL’ e con la scansione di una ‘penna ultrasottile’, la punta di un microscopio a forza atomica, su una sorta di ‘lavagna ‘magnetica’, sono in grado di scrivere, cancellare e riscrivere a piacimento una configurazione di spin. Il tutto con una precisione spaziale migliaia di volte superiore allo spessore di un capello. “Un materiale ferromagnetico -indicano i ricercatori- è una sorta di ‘mare di spin’. Se in esso gettiamo l’equivalente magnetico di una pietra, si generano delle perturbazioni dell’orientazione dello spin che si propagano come le onde nel mare, che prendono il nome di onde di spin, ed il loro uso potrebbe rivoluzionare la modalità di processare l’informazione in nuovi chips da usare dentro i nostri computer o smartphone” che, grazie alle nuove tecniche, potranno essere realizzati con una miniaturizzazione più spinta. Il progetto Swing (Patterning Spin-Wave reconfIgurable Nanodevices for loGics and computing) fa parte del Programma Horizon2020 della Comunità Europea ed è stato assegnato a Edoardo Albisetti nell’ambito delle Marie-Sklovdowska Curie Action-Global Fellowships. Il progetto è Coordinato dal Professor Riccardo Bertacco del Politecnico di Milano.