Assessori del Lazio al governo Conte 2, ora manovre rimpasto

Assessori del Lazio al governo Conte 2, ora manovre rimpasto
Roberta Lombardi
14 settembre 2019

Un pezzo della giunta di Nicola Zingaretti trasloca al governo, e per la Regione Lazio si torna a parlare di rimpasto. Gian Paolo Manzella, nuovo sottosegretario al Mise e Lorenza Bonaccorsi, al Mibac, lasceranno rispettivamente gli assessorati allo Sviluppo economico e al Turismo. Due caselle di peso che, almeno secondo i boatos degli ultimi giorni, potrebbero finire per essere riempite da ‘tecnici’ non sgraditi al M5s. Un segno di avvicinamento, sulla falsariga del governo giallo-rosso e a valle di un dialogo gia’ rodato alla Pisana, da interpretare pero’ in un’ottica piu’ generale, guardando alle future Regionali. In Regione l’atteggiamento del M5s, almeno al momento, sembra di prudenza: gia’ la neonata alleanza nazionale non e’ stata facilissima da digerire per tutta la base. Se poi si aggiunge un sistema elettorale, quello delle Regioni, molto diverso dal parlamentarismo dello Stato si spiega perche’ le fughe in avanti non sarebbero all’ordine del giorno. Si guarda al quadro nazionale, e al ‘rodaggio’ del Conte Bis.

Al momento almeno due scenari sembrano improbabili: l’ingresso di consiglieri M5s in giunta ma anche quello di una ‘promozione’ di consiglieri regionali di maggioranza, magari dell’area dei due neo-sottosegretari (Manzella e’ zingarettiano, Bonaccorsi gentiloniana): troppo complesso il domino che ne deriverebbe tra Aula e commissioni. Per cui, o ‘tecnici’ (con il placet pentastellato) o – altra ipotesi piu’ neutra – esponenti di centrosinistra scelti all’esterno della Pisana. Piu’ di tanto pero’ non si potra’ aspettare e d’altronde storicamente i rimpasti di Zingaretti sono sempre stati ‘lampo’. Insomma, se interim sara’, non potra’ durare troppo a lungo. Roberta Lombardi, capogruppo M5s in Consiglio, oggi ha comunque chiarito che in generale un fronte comune nelle Regioni tra il Pd e il Movimento e’ un tema di cui “si puo’ parlare” ma senza certo “sciogliersi nel Pd”. Chiaro e’ – e su questo a quanto pare Lombardi avrebbe ricompattato i suoi – che da Zingaretti deve arrivare, prima di muovere passi, un segnale di discontinuita’ forte rispetto al passato scorcio di legislatura.

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Traduzione: ripensare quel ‘Patto d’Aula’ con due eletti del centrodestra, che per ora gli garantisce i numeri nell’emiciclo, e partire con una ‘fase due’ su altri presupposti. Le scosse interne al centrodestra potrebbero anche favorire questo cambio di scenario: FI solo l’altro giorno si e’ spaccata e tre consiglieri (di cui due gia’ passati a Toti) sono approdati nel Misto, dove ora siede il FI Giuseppe Cangemi, uno dei due ‘pattisti’. Cangemi e’ dato pero’ in riavvicinamento al gruppo azzurro. L’altro ‘pattista’ da seguire e’ Enrico Cavallari: eletto nella Lega, ora e’ nell’Udc e all’accordo con Zingaretti ha sempre tenuto fede. Oggi ha pubblicato su Facebook una sua foto mentre fa fisioterapia: “Si prevedono tempi lunghi, qualcuno me l’ha tirata” ha scritto, forse alludendo ironicamente anche ai dissapori politici. L’appuntamento per vederci piu’ chiaro e’ per lunedi’ mattina: proprio mentre i nuovi sottosegretari staranno prestando giuramento, il Consiglio regionale si riunira’ per una seduta straordinaria. All’ordine del giorno “la situazione politica”.

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