Ha cercato di impedire al rapinatore di portare via l’incasso della serata del bar del padre, a Riccardina di Budrio, nel Bolognese. Il malvivente, però, ha estratto la pistola e ha sparato per poi fuggire a piedi. Nella zona è immediatamente scattata la caccia all’uomo da parte di tutte le forze dell’ordine. Il rapinatore aveva il volto coperto, era vestito con una tuta mimetica o indumenti simili, ed era armato di fucile e pistola. La vittima, Davide Fabbri, 52 anni, ha provato a difendersi ed è riuscito a sfilare il fucile al killer, quando sono partiti diversi colpi, probabilmente dalla pistola. Anche due clienti sono rimasti leggermente feriti, non è chiaro se colpiti da proiettili di rimbalzo o perché coinvolti nella colluttazione. La scena si è svolta nel retrobottega, mentre nel locale c’era la moglie della vittima; anche contro di lei l’uomo ha puntato il fucile, prima di fuggire a piedi. Sul posto è andato anche il Pm di turno, Marco Forte, e sono in corso le ricerche.
UCCISO DAVANTI LA MOGLIE C’erano due clienti e la moglie da Davide Fabbri, ieri sera quando un rapinatore è entrato e gli ha sparato. Gli occhi di un killer senza pietà, ricorda la moglie del barista Maria. Dopo aver sparato al cuore di Davide Fabbri, il killer è uscito puntando la pistola anche alla donna, ma senza sparare. “Non dimenticherò mai quegli occhi – dice Maria – non ho visto un barlume di pietà per nessuno di noi. Non ha senso che un uomo buono che non hai fatto del male a nessuno, venga ucciso nel suo bar. Devono trovare chi lo ha ucciso e fargli pagare quello che ha fatto”. La coppia non aveva figli. L’omicidio è stato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso del locale, ma le immagini, da quanto si è saputo, non sarebbero abbastanza nitide da permettere di indentificarlo con certezza. Nel locale, però, i carabinieri hanno trovato tracce di sangue e impronte digitali che potrebbero aiutare a identificare l’aggressore. Spetterà agli uomini del Ris, già al lavoro nel bar, fare i rilievi e analizzare le prove. Il rapinatore, che i testimoni hanno descritto come di mezza età, alto circa un metro e 80, dopo aver sparato è fuggito. I militari dell’Arma non escludono, però, che ad attenderlo fuori dal bar ci fosse un complice o che l’uomo potesse contare su una moto o una bicicletta per fuggire.
LE REAZIONI “Un barista di Riccardina di Budrio (Bologna) è stato ucciso a colpi di fucile da un rapinatore, entrato nel suo negozio stanotte. Una preghiera per Davide, che non si è potuto difendere. La difesa è sempre legittima. #25aprileverona”. Così su Facebook il segretario della Lega Matteo Salvini. “Rabbia e dolore per la morte di Davide Fabbri, il barista di Budrio ammazzato da un criminale in un tentativo di rapina – scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni -. Alle anime belle della sinistra che si scandalizzano quando i cittadini si difendono da soli, la storia di Davide racconta il destino tragico al quale spesso va incontro chi non riesce a difendersi. Nel nome di Davide e di tutte le altre vittime di questi reati, Fratelli d’Italia continuerà a battersi in ogni sede per chiedere più sicurezza e una legge che sancisca un principio sacrosanto: la difesa è sempre legittima”, conclude la Meloni.
IL SINDACO “Sono un po sconcertato qui è appena morta una persona, c’è una comunità vasta di questo territorio, di questa pianura tranquilla in cui si vive bene, in cui la qualità della vita è alta in cui i reati sono reati contro il patrimonio e sono calati”. Lo dice il sindaco di Budrio, Giulio Pierini, secondo il quale, “appropriarsi di un fatto del genere squisitamente per obiettivi politici, di voti e di consenso, non c’entra il problema. Il problema è quello che tanti cittadini mi hanno segnalato oggi: non è semplicemente quello della autodifesa o della legittima difesa”. Il sindaco Pierini sottolinea: “Il problema è che quando persone compiono reati vanno punite. Troppo spesso per reati apparentemente piccoli, ma che piccoli non sono, i colpevoli rimangono dentro poche ore, pochi giorni. Su questo la politica deve intervenire, ma nel merito, non cavalcando le vicende, non strumentalizzandole a fini politici ed elettorali ma entrando nel merito di una nuova procedura penale che consenta davvero a chi lavora sul territorio, a partire dalle forze dell’ordine, di trattenere le persone, di dare anche il senso che ci sono delle pene e che non è possibile che tutto passi così come acqua fresca”.