‘Via libera’ dall’Ue all’ennesima proroga della Brexit, stavolta al 31 gennaio 2020. I 27 paesi dell’Unione Europea hanno dato cosi’ piu’ tempo al Regno Unito per capire cosa voglia (se il Parlamento riuscira’ ad approvare l’accordo di recesso o convochera’ nuove elezioni) e hanno anche allontanato il rischio di un divorzio senza accordo. Il ‘via libera’, arrivato ad appena tre giorni dalla ‘deadline’ del 31 ottobre, precede di qualche ora un’altra votazione cruciale a Westminster. La scadenza del 31 gennaio fissata dall’Ue e’ flessibile: se il Regno Unito approvera’ l’accordo concluso da Boris Johnson prima del 31 gennaio, potra’ uscire in anticipo dall’Ue, cioe’ il primo giorno del mese successivo la ratifica. La Francia, il Paese che era piu’ riluttante a un rinvio, alla fine ha accettato, ponendo condizioni.
La decisione e’ stata accompagnata da una dichiarazione politica in cui l’Ue esclude qualsiasi rinegoziazione dell’accordo raggiunto a ottobre con il primo ministro britannico e chiede la nomina di un commissario europeo britannico. Downing Street non ha dato ancora alcuna risposta alla decisione di proroga, ma in base al Benn Act (la legge che ha costretto il governo a richiedere una proroga) deve accettare l’offerta. Il ‘disco verde’ alla terza proroga della Brexit potrebbe spianare la strada al premier conservatore per ottenere l’appoggio della Camera dei Comuni alla sua richiesta di anticipare le elezioni al 12 dicembre. La mozione che il governo presentera’ alla Camera dei Comuni nel pomeriggio richiede una maggioranza di due terzi, ovvero 434 voti: e a Johnson, che non ha piu’ la maggioranza e ha gia’ fallito l’obiettivo due volte a settembre, sono indispensabili i voti del Labour Party. Il premier laburista, Jeremy Corbyn, aveva infatti chiesto, per dare il suo assenso, che venisse tolta dal tavolo l’opzione del ‘no deal’; e la decisione dell’Ue rende piu’ difficile ai laburisti poter giustificare l’opposizione alle elezioni anticipate.
Ma una mossa dei lib-dem e dei nazionalisti scozzesi, anche loro all’opposizione ma convinti europeisti, potrebbe spiazzare Corbyn e lasciarlo isolato: hanno annunciato l’intenzione di proporre un emendamento per tenere le elezioni il 9 dicembre, un emendamento che avrebbe bisogno solo di un voto a maggioranza semplice e che pero’, se i due partiti riuscissero a portare a casa il risultato, impedirebbe a Johnson di far approvare la legge dell’accordo sulla Brexit prima dello scioglimento del Parlamento. Questo significa che i Comuni potrebbero decidere di andare al voto nonostante l’opposizione laburista. Nuove elezioni permetteranno a BoJo di riconquistare un margine di manovra, tanto piu’ in un momento in cui i sondaggi lo danno decisamente avanti rispetto all’opposizione laburista. Insomma a oltre tre anni dal referendum con il quale i britannici decisero, seppure per un soffio, di uscire dall’Ue, il Regno Unito continua a cercare la porta di uscita, e ancora non l’ha imboccata.