Lunedi’ torna la Dakar, alla 41ma edizione, il rally per eccellenza, la corsa dei temerari e dei pericoli e purtroppo spesso anche delle vittime. Si corre ancora in Sud America, ma stavolta nel solo Peru’, ed e’ un inedito che questa gara si svolge in un solo Stato. Il via dalla capitale Lima, 334 equipaggi, con 167 fra moto e quad, 126 auto e 41 camion. Sono 21 gli italiani, fra loro anche un pilota paraplegico, il primo nella storia Dakar, Nicola Dutto, cuneese 49enne, che perse l’uso delle gambe in un incidente nel 2010. Dutto, in sella a una Ktm 450, ha grande esperienza di corse, ha partecipato piu’ volte al campionato europeo Enduro fra il 2004 e il 2009.
“Lo so che sara’ una gara dura, ma ho gia’ dimostrato di potercela fare, il mio obbiettivo e’ di concludere il percorso, ma decideremo giorno per giorno” le parole del pilota, che sara’ accompagnato dai 3 ‘fratelli’ spagnoli, suoi angeli custodi. In gara anche un 25enne peruviano con la sindrome di down, Lucas Barron, in coppia con il padre primo pilota. Quanto agli italiani, nelle moto oltre a Dutto ci saranno altri 6 centauri. Nove sulle auto, fra i quali l’unica donna Camelia Liparoti in coppia con una spagnola, 4 italiani sui camion e uno sui sxs. In tutto alla Dakar 2019 ci saranno 17 donne, record assoluto.
La gara prevede 10 dieci tappe, per 5540 km, dei quali poco meno di 3mila in prove speciali. Il percorso prevede zone aride, sabbiose e soprattutto la cordigliera delle Ande, in un saliscendi impressionante che mettera’ a dura prova la tenuta meccanica dei mezzi e quella psicofisica e di guida degli equipaggi. Il 70% circa del percorso sara’ di dune e deserto. L’arrivo e’ previsto il 17 gennaio a Lima. L’ultimo italiano a vincere la Dakar fu il toscano Fabrizio Meoni nel 2001 e 2002, in sella a una Ktm, il destino fu poi crudele con lui, vittima di un incidente tre anni dopo in Mauritania, sempre durante la Dakar, in quella che avrebbe dovuto essere l’ultima gara prima del ritiro.
Quando la corsa fu ideata nel 1976 si chiamava Parigi-Dakar, e attraversava un pezzo d’Europa e molta Africa. Tante cose sono cambiate da allora, l’itinerario piu’ volte modificato. Dal 2009 si e’ trasferita in Sud America, mantenendo il nome Dakar. Cio’ anche a causa dei costi proibitivi e della logistica difficile, ma soprattutto dei problemi di sicurezza. La Dakar ha sempre regalato spettacolo esaltante, ma purtroppo anche morte, con tante vittime fra i partecipanti e nel pubblico: ben 28 i piloti e copiloti che hanno perso la vita in gara, e 43 fra gli spettatori e altri, coinvolti loro malgrado.