È Giorgia Meloni la leader più quotata per assumere la guida del centrodestra per i sondaggisti interpellati da Il Tempo. Abbiamo ascoltato il massmediologo Klaus Davi, Nicola Piepoli dell’istituto omonimo, Antonio Noto di Ipr Marketing e Roberto Weber di Ixè. E sulla presidente di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale il parere è stato pressoché unanime: ha tutte le carte per sbaragliare la concorrenza. Lei, peraltro, è una fan delle primarie da tempi non sospetti. Già nel dicembre del 2012 si era candidata alla leadership del centrodestra, ma la consultazione saltò per volere di Berlusconi. Poco più di due anni dopo ci ha riprovato mettendo in gioco la presidenza del partito che aveva fondato con Guido Crosetto e Ignazio La Russa, ma anche stavolta non ha potuto avere la legittimazione del voto, dato che nessuno ha deciso di sfidarla, forse considerandola un’avversaria troppo temibile.
Dal suo partito, però, c’è chi si mostra scettico su una reale sfida nel centrodestra: “È ridicolo – attacca Massimo Corsaro – che venga a parlarci di primarie chi le ha proposte quattro o cinque volte per poi rimangiarsi tutto all’ultimo minuto. Quindi innanzitutto si mettano d’accordo e poi ci spieghino: primarie per fare che cosa? Se sono fatte in modo serio noi ci stiamo di sicuro. Se è l’ennesimo modo per eludere i problemi e cercare scorciatoie beh, allora non è roba che mi interessi”. A uscire con le “ossa rotte” dal fuoco di fila dei sondaggisti è invece Flavio Tosi. Fino a un anno fa sembrava lui l’astro nascente della Lega. Inoltre, molti lo paragonavano a Renzi essendo entrambi sindaci – amati – di due importanti città del centronord. Ma il primo cittadino sembra aver perso il treno, Salvini lo ha scavalcato nella classifica della “novità” ed è a lui che spetta ora il titolo di leghista in ascesa. Anche se i vari Davi, Piepoli, Noto e Weber tendono a considerarlo troppo “estremista” per poter ambire alla guida del centrodestra.
Chi sembra aver bruciato definitivamente le sue possibilità è Angelino Alfano. Secondo i sondaggisti, il suo pur coraggioso gesto di rompere con Berlusconi è stato percepito dall’elettorato di Forza Italia come un tradimento simile in tutto e per tutto a quello di Gianfranco Fini. E il destino impietoso dell’ex leader di An è un ricordo troppo fresco per ignorarlo. Scetticismo, invece, si riscontra sulla possibilità di una discesa in campo delle figlie di Berlusconi. Un po’ perchè, dopo che ad escluderlo era stata la stessa Marina, ieri a mettere una pietra (forse) tombale è stato proprio papà Silvio. Un po’ perché la leadership è qualcosa che non si trasmette geneticamente. Barbara, ad esempio, ha carattere. Ma non l’ha ancora messo in gioco al di fuori del mondo sportivo. Marina, invece, è pressocché sconosciuta al grande pubblico. Nessuno ricorda una sua intervista video così come nessuno ha idea di quale sia la sua “ricetta” liberale.
Eppure c’è una larga fetta di Forza Italia che continua a ritenere la successione “dinastica” come l’ipotesi migliore. È il caso, ad esempio, del coordinatore dei Giovani di Forza Italia di Palermo nonché Promotore della sezione siciliana della Primavera Liberale, Nunzio Panzarella, che ha pubblicato su Formiche.net un lungo intervento per chiedere la discesa in campo della figlia di Berlusconi. “Dopo l’esito delle Europee e delle regionali, Forza Italia ha subito la sua più grande sconfitta in vent’anni di successi – scrive Panzarella – il nostro presidente per 20 anni ha guidato più di 10 milioni di elettori, ma adesso, in virtù d’una sentenza ingiusta, non può più farlo. È per tale motivo che abbiamo creduto e riposto la nostra fiducia in una donna. Anch’essa una Berlusconi. Marina Berlusconi”. “A breve – annuncia Panzarella – inizieremo una raccolta firme in Sicilia come nel resto d’Italia”. (Il Tempo)