L’unico ad essere nominato per “l’affetto e la stima che mi ha sempre dimostrato e che sinceramente ricambio” è Silvio Berlusconi. Per il resto nessun riferimento diretto ai vertici di Forza Italia, ma sono Antonio Tajani, vicepresidente del partito, e Niccolo Ghedini, anche senza essere citati, l’oggetto degli strali di Elisabetta Gardini, che oggi ha deciso di lasciare il movimento azzurro. “Le scelte politiche del partito non sono più quelle che mi avevano spinto ad aderire, a diventare parlamentare europeo e ad accettare di esserne il capo delegazione a Strasburgo”, afferma per motivare la sua scelta, che era nell’aria da diversi giorni e che affonda le sue radici nella decisione di Forza Italia di allearsi alle prossime Europee con la Svp. Un collegamento che sostanzialmente garantirà l’elezione al Parlamento europeo di un rappresentante del partito del Sud Tirolo e che metteva quindi a serio rischio la rielezione di Gardini. Proprio per questo nelle settimane scorse aveva criticato l’accordo voluto appunto da Tajani e Ghedini, attaccando apertamente il vicepresidente azzurro alla vigilia dell’Assemblea nazionale di Forza Italia e del Congresso della famiglia a Verona il 30 marzo scorso, disertando l’una e partecipando al secondo.
“Non vado all’assemblea degli eletti -aveva affermato in un’intervista a ‘La Verità’- perché non vedo l’utilità di una manifestazione costruita da Antonio Tajani, con gli interventi selezionati da Antonio Tajani, per dare l’ennesima volta a Berlusconi l’idea di una Forza Italia diversa da quella che è. E’ assurdo, è agghiacciante. Vado lì a far finta di fare il capogruppo? A far finta che è tutto a posto? A recitare la parte che Tajani mi ha assegnato?”. Quindi la critica per l’accordo con la Svp: “Secondo tutti i sondaggi c’è solo un seggio disponibile per Forza Italia e lui vuole regalarlo a Herbert Dorfmann, un uomo della Svp, un partito che farà gli interessi del territorio da Bolzano in su, ovvero di Austria e Baviera, fregandosene del resto della circoscrizione”. Attacchi che hanno lasciato inalterate se non acuito le distanze, fino alla decisione odierna di Gardini di lasciare il partito, consapevole che anche con una sua ricandidatura in queste condizioni la rielezione all’Europarlamento sarebbe stata a forte rischio.