Facebook, oltre 3 milioni di utenti a rischio. Indagini su altro caso Cambridge Analytica

Facebook, oltre 3 milioni di utenti a rischio. Indagini su altro caso Cambridge Analytica
15 maggio 2018

Facebook sta indagando su una ‘fuga’ di dati simile a quella svelata dal caso Cambridge Analytica. La mole di informazioni sarebbe significativa, anche se inferiore (riguarderebbe oltre 3 milioni di utenti). Ma il percorso sarebbe molto simile: la porta d’accesso ai dati sarebbe (di nuovo) un’app utilizzata con scopi di ricerca dall’universita’ di Cambridge. Cambridge Analytica aveva infatti ottenuto i dati raccolti dalla quiz-app mydigitallife, creata dal matematico Aleksandr Kogan. Questa volta – come rivela un’inchiesta di New Scientist – l’applicazione coinvolta sarebbe myPersonality, sospesa da Facebook lo scorso 7 aprile. Come mydigitallife, myPersonality poneva agli utenti una serie di domande, su questioni anche piuttosto intime. I ricercatori responsabili del progetto, David Stillwell e Michal Kosinski, raccoglievano i dati e li rendevano anonimi, per poi metterli a disposizione della comunita’ scientifica e di alcune imprese. Sei milioni di utenti avrebbero compilato il test e circa la meta’ ha accettato di condividere i contenuti del proprio profilo.

Il problema: un sistema di protezione dati non blindato

A differenza del piu’ ampio scandalo mai affrontato da Facebook, Stillwell e Kosinski non avrebbero condiviso volontariamente le informazioni con enti terzi. Anzi, nel 2013 avrebbero detto no proprio a un interessamento di Cambridge Analytica. Il problema starebbe pero’ in un sistema di protezione dei dati tutt’altro che blindato. Alle informazioni raccolte hanno avuto accesso 280 persone e 150 istituzioni, tra accademici e aziende registrate (tra le quali Facebook, Google, Microsoft e Yahoo). Ma si sospetta che la lista sia molto piu’ lunga. Perche’ le credenziali di uno degli account autorizzati (con nome e password di accesso) sono state condivise sulla piattaforma GitHub. Chiunque, in teoria, avrebbe potuto utilizzarle. C’e’ poi un legame con Aleksandr Kogan, che compare fino al 2014 come un collaboratore del progetto myPersonality. Facebook ha confermato a Business Insider l’apertura di un’indagine interna. Se MyPersonality non collaborera’, sara’ definitivamente esclusa.

Facebook sospende 200 app per uso dati

Intanto, Facebook rende noto di aver sospeso 200 applicazioni nell’ambito di un’indagine sulle “app che hanno avuto accesso a un grande quantitativo di informazioni” degli utenti prima che il social cambiasse le sue regole, nel 2014. L’indagine era stata annunciata dal Ceo Mark Zuckerberg lo scorso 21 marzo, in seguito allo scandalo Cambridge Analytica che ha coinvolto i dati di 87 milioni di persone. In un post firmato dal vicepresidente Ime Archibong, Facebook spiega di aver indagato finora su “migliaia di app” e di averne sospese circa 200. Queste saranno ora sottoposte a “un’indagine approfondita per stabilire se abbiano effettivamente abusato dei dati”.

In tal caso, “saranno bandite”. “Alle persone – conclude il post – sarà mostrato se loro, o i loro amici, hanno installato un’app che ha abusato dei dati prima del 2015, così come abbiamo fatto per Cambridge Analytica”. nel frattempo Tim Cook critica Mark Zuckerberg. L’amministratore delegato di Apple coglie l’occasione del suo intervento alla Duke University per tornare sullo scandalo dei dati che ha travolto Facebook. Senza mai nominare il social media o Zuckerberg, Cook afferma: ”Noi respingiamo la scusa che ottenere il massimo dalla tecnologia vuol dire abbandonare il vostro diritto alla privacy. Noi abbiamo scelto di fare le cose diversamente, raccogliendo meno dati possibile e rispettandoli quando sono sotto il nostro controllo perche’ sappiamo che sono i vostri dati”.

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