Il guatemalteco Juan Alberto Fuentes Knight, presidente di Oxfam International dal 2015, e’ stato arrestato con l’accusa di coinvolgimento in un caso di corruzione quando era ministro delle Finanze del Paese centro-americano durante il governo di Alvaro Colom, tra il 2008 e il 2012. Al centro dell’inchiesta e’ finito Transurbano, il sistema di trasporto urbano realizzato dal governo di Unita’ Nazionale della Speranza (Une): gli investigatori stanno indagando su una presunta appropriazione indebita di fondi. I mandati di arresto hanno colpito dieci ex esponenti di governo: lo stesso Colom, insieme a Fuentes Knight ed altri ex ministri, come Salvador Ga’ndara Gaita’n, a capo dell’Interno, Ana Francisca del Rosario Ordo’nez all’Istruzione, il responsabile della Difesa Abraham Valenzuela, Edgar Alfredo Rodri’guez al Lavoro, O’scar Vela’squez dell’Economia, il capo del dicastero della Salute Celso David Cerezo Mulet, Geronimo Lancerio Chingo della Cultura e Luis Alberto Ferrate dell’Ambiente. Intanto, si allarga lo scandalo sessuale che ha investito Oxfam: dopo Haiti e Ciad, sono venuti alla luce nuovi casi di abusi, con presunti stupri in Sud Sudan e sospette molestie subite da un’adolescente volontaria in uno dei negozi gestiti dall’organizzazione umanitaria in Gran Bretagna. Ad aggravare la situazione, la rivelazione che il numero uno di Oxfam, Mark Goldring, era stato messo a conoscenza delle denunce ma le aveva ignorate. Un’accusa molto seria, arrivata poche ore dopo le dimissioni della vice direttrice esecutiva della confederazione di Ong, Penny Lawrence, che aumenta la pressione su Oxfam, alla prese con il rischio di perdere i fondi governativi.
Per il presidente di Haiti, Jovenel Moise, “non c’e’ nulla di piu’ vergognoso di un predatore sessuale che usa come copertura una catastrofe per sfruttare i vulnerabili nei loro momenti piu’ indifesi, quanto accaduto e’ una violazione della decenza umana basilare”. A porre Goldring sul banco degli imputati e’ stata Helen Evans, garante interna per la tutela delle norme di comportamento dell’Ong dal 2012 al 2015. Come ha raccontato lei stessa a Channel 4 News, durante il suo incarico aveva condotto un’inchiesta dalla quale era emersa una “cultura dell’abuso sessuale” in alcuni degli uffici Oxfam. Su 120 operatori interpellati in tre Paesi aveva trovato che l’11-14% era stato testimone o aveva subito aggressioni sessuali. In Sud Sudan, il 7% dello staff – quattro persone – aveva detto di aver subito o di essere a conoscenza di casi di stupro o tentato stupro che implicavano colleghi. Evans aveva tentato di portare i numeri a conoscenza della dirigenza di Oxfam, ma l’incontro era stato cancellato e Goldring aveva detto che discuterne non avrebbe migliorato le cose. Inoltre, nel febbraio 2015 aveva ricevuto tre nuove denunce: “C’era una donna che era stata costretta da un altro operatore a fare sesso, una per ottenere in cambio aiuti umanitari, e un altro caso venuto alla nostra attenzione in cui un membro dello staff era stato buttato fuori per abuso sessuale e non lo aveva reso noto”.
Channel 4 ha anche riferito di sette incidenti per “comportamento inappropriato con bambini” nei negozi Oxfam nel 2013/2014. In uno di questi era coinvolto un adulto che avrebbe aggredito una volontaria minorenne e l’incidente era finito in tribunale. Lo scandalo e’ scoppiato domenica dopo che il Times ha pubblicato un’inchiesta svelando come, nel 2011, personale di Oxfam aveva ingaggiato prostitute, anche giovanissime, ad Haiti durante l’emergenza terremoto. Il presidente haitiano, Jovenel Moise, e’ intervenuto sul caso denunciando “una gravissima violazione della dignita’ umana”: “Non c’e’ nulla di piu’ indegno e disonesto di un predatore sessuale che utilizza la sua posizione nell’ambito della risposta umanitaria a una catastrofe naturale per sfruttare persone bisognose in un momento di grande vulnerabilita’”. Accuse analoghe sono state successivamente sollevate anche per l’operato di altri operatori umanitari nel 2006 in Ciad. Oxfam e’ stata aspramente criticata per il modo in cui ha gestito lo scandalo: un’inchiesta interna aveva portato al licenziamento di quattro membri dello staff e alle dimissioni di altri tre, incluso il direttore ad Haiti che non aveva subito ulteriori conseguenze, ma l’organizzazione e’ stata accusata di aver insabbiato la vicenda. Oxfam si e’ difesa, negando di aver cercato di coprire le denunce, ma ha ammesso che avrebbe potuto essere piu’ trasparente.