La diplomazia americana ha ripristinato oggi i circa 60.000 visti per gli Stati Uniti che erano stati revocati a causa del decreto (Muslim Ban) del presidente Donald Trump che vietava l’ingresso negli Usa ai cittadini provenienti da sette Paesi musulmani. Lo ha annunciato il dipartimento di Stato, dopo la decisione del giudice federale di Seattle, James Robart, di bloccare il decreto. “Abbiamo annullato la revoca provvisoria dei visti, imposta dal decreto presidenziale 13769. I titolari di visti che non sono stati fisicamente cancellati ora possono viaggiare se il visto è valido”, ha detto un portavoce del dipartimento di Stato. Il giudice Robart ha emesso ieri sera un’ingiunzione temporanea valida su tutto il territorio degli Stati Uniti, con cui ha di fatto bloccato il decreto di Trump. La decisione ha costretto il dipartimento di Stato ad agire di conseguenza, ripristinando i visti invalidati. E un analogo provvedimento è stato preso dal dipartimento per la Sicurezza interna, che ha fatto sapere che non imporrà alle compagnie aeree lo stop per passeggeri dotati di visto interessati dal bando disposto da Trump.
MORTE E DISTRUZIONE Un passo con il quale, di fatto, il dipartimento sospende l’applicazione del provvedimento voluto dal presidente. I controlli alla frontiera esterna, ha precisato Gillian Christensen, tornano “alle procedure abituali”. Intanto su Twitter Trump ha definito “ridicola” la decisione del giudice di Seattle. Il parere di “questo cosiddetto giudice”, contrario “in sostanza all’applicazione della legge per mantenere le distanze dal nostro Paese, è ridicolo e verrà ribaltato!” ha scritto il presidente Usa. “Quando un paese non è più in grado di dire chi può e chi non può, entrare o uscire, soprattutto per motivi di sicurezza, sono grossi guai!” ha aggiunto. E’ “interessante il fatto che alcuni paesi del Medio Oriente sono d’accordo con il divieto”, ha insistito Trump in un altro tweet. “Sanno che se certe persone saranno ammesse” negli Stati uniti, “è morte e distruzione!”.
LA PROTESTA mentre migliaia di cittadini sono scesi in strada per protestare contro il decreto di Trump, in particolare a Parigi e Londra, alcune compagnie aeree hanno già ripreso a trasportare verso gli Stati uniti i cittadini dei sette Paesi a cui era stato momentaneamente vietato l’ingresso negli Usa. AirFrance, Qatar Airways, Lufthansa e Swiss hanno reso noto di avere applicato subito le nuove direttive della giustizia americana. “Da questa mattina abbiamo applicato immediatamente la decisione presa dalla giustizia questa notte. Tutti i passeggeri che si presentano, se sono in regola e hanno documenti in regola per recarsi negli Stati uniti, saranno imbarcati”, ha affermato un portavoce di AirFrance. Una linea di condotta identica è stata osservata da altre compagnie aeree nei riguardi dei cittadini dei sette Paesi interessati (Iraq, Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen). Sui loro siti internet, Qatar Airways e Lufthansa hanno annunciato di essersi conformati al giudizio del giudice statunitense. (con fonte afp)