L’obiettivo del capo politico M5s e’ quello di fare “pulizia” interna: pensiamo a governare, nessuno ci fermera’, non importa – la sua tesi – se si lasciano per strada coloro che a suo dire pensano solo agli interessi personali e non condividono le battaglie M5s: “In appena 20 mesi – scrive Di Maio su Facebook – abbiamo gia’ approvato 40 provvedimenti. Niente male per un Movimento per la prima volta al Governo, no? Qualcuno dice che non contano i numeri, ma la qualita’. Sono pronto a confrontarmi anche su quello. Le nostre leggi – afferma – vanno sostenute e difese, perche’ sono diretta espressione dei cittadini. E’ in questo modo che difendiamo i principi e i valori del Movimento”. Ora l’altra ‘mission’ sara’ quella di fare chiarezza sui rimborsi. Il direttivo si riunira’ alla ripresa dei lavori parlamentari e secondo quanto si apprende si sta pensando a delle sospensioni per chi non e’ in regola. In ogni caso a dei provvedimenti contro i ‘morosi’. E non si escludono nuove espulsioni.
Ma la cacciata di Paragone ha creato nuove fibrillazioni a palazzo Madama. Molti ‘governisti’ si dicono preoccupati perche’ Paragone ora giochera’ ancor di piu’ a fare il bastian contrario, altri invece osservano che in questo modo si e’ chiusa definitivamente la fase giallo-verde. Tuttavia proprio al Senato l’8 gennaio comincera’, sempre secondo quanto si apprende, una raccolta firme su un documento in cui si chiedera’ la gestione collegiale in assemblea delle decisioni politiche del Movimento e soprattutto si attacchera’ la gestione di Rousseau in mano alla Casaleggio Associati. “La piattaforma – questa la tesi – deve essere gestita dal Movimento attraverso la nomina di alcuni garanti”. E’ un attacco al sistema M5s e – spiega un altro malpancista – al sistema delle decisioni calate dall’alto. Qualora non venissero accolte le istanze portate avanti da un gruppo per ora – spiegano le stesse fonti – composto da una decina di senatori, non si esclude la nascita di un gruppo autonomo.
Difficilmente lo strappo – qualora si arrivera’ a tanto – potra’ esserci prima delle elezioni in Emilia. Alla Camera, invece, ci dovrebbero essere presto altri addii, oltre quello di Fioramonti. I primi ad uscire dovrebbero essere Angiola e Rospi, ma si preparano ad approdare nel Misto una decina di deputati. M5s oggi e’ scosso dalla ‘copertura’ fornita da Di Battista alla battaglia di Paragone che ora minaccia di ricorrere addirittura alla giustizia ordinaria. “Gianluigi – dice Di Battista – e’ infinitamente piu’ grillino di tanti che si professano tali. Non c’e’ mai stata una volta che non fossi d’accordo con lui”. Di Maio non e’ rimasto sorpreso dell’affondo di Dibba ma non ha voluto rispondere in alcun modo per non alimentare polemiche. Concentrato piuttosto sulle battaglie M5s, a partire dalla revoca della concessione ai Benetton. Ma l’obiettivo e’ quello appunto di fare ‘pulizia’. Con la convinzione che in ogni caso la maggioranza resta salda e che con Conte c’e’ sintonia sull’agenda da portare avanti.