di Maurizio Balistreri
Sono stati svolti accertamenti su diverse nomine nelle società citate nell’inchiesta su mazzette e appalti nella pubblica amministrazione della Procura di Roma, per cui ieri sono state eseguite una trentina di misure cautelari, di cui 12 in carcere. Tra le verifiche che gli investigatori hanno effettuato c’è anche quella inerente l’assunzione del fratello del ministro dell’interno Angelino Alfano, Alessandro, in Postecom (società dei servizi internet di Poste italiane). Della questione ne riferiscono anche il ‘faccendiere’ Raffaele Pizza a Davide Tedesco, collaboratore dello stesso inquilino del Viminale. In una intercettazione, risalente al 9 gennaio 2015, il primo si vanta d’esser stato lui a far assumere il giovane che ha una laurea triennale in economia. A suo tempo, quando si seppe della nomina, il giornale L’Unità, nel 2013, sollevò il caso. E la questione arrivò anche in Parlamento, con una interrogazione di un deputato di Sel. I controlli della Guardia di finanza, nucleo di polizia valutaria, per ora – secondo quanto si è appreso a piazzale Clodio – non hanno portato a una contestazione formale. E sono stati motivati dalla necessità di valutare la attendibilità di Pizza. Il dato che ha allarmato chi indaga è la pervasività del gruppo di Pizza e soci, capaci di avere ‘tentacoli’ dalle Poste all`Inps, tra i ministeri e l`Agenzia delle Entrate. Il gip scrive: “Il collegamento di Pizza con i ‘proprietari’ della CAD IT, nonché con importanti referenti di Poste dell`epoca, in particolare con Massimo Sarmi (amministratore delegato pro-tempore) , emerge dalle intercettazioni”. In un dialogo agli atti lo stesso ‘Lino’ Pizza spiega: “Boeri ci penso io quand’è il momento, è amico di… ma siamo a livelli altissimi….con Sarmi se gli dico una cosa la fa….capito,non rompesse il cazzo…quand’è il momento, io sono in grado di intervenire, amico amico suo proprio….è anche una persona di grandi qualità… …”.
ALFANO “Siamo di fronte al ri-uso politico degli scarti di un’inchiesta giudiziaria. Ciò che i magistrati hanno studiato, ritenendolo non idoneo a coinvolgermi in alcun modo, viene usato per fini esclusivamente politici”. Il ministro dell’Interno e leader del Ncd, Angelino Alfano, interviene in relazione ad alcune intercettazioni dell’operazione “Labirinto” diffuse dai media. “Le intercettazioni non riguardano me – sottolinea Alfano – bensì terze e quarte persone che parlano di me. Persone, peraltro, che non vedo e non sento da anni. L’inchiesta racconta comportamenti e metodi che, se confermati, sono anni luce distanti dalla mia visione delle cose, del mondo e dell’essere cittadino della Repubblica. Io rimango fermo a quanto valutato da chi l’inchiesta l’ha studiata e portata avanti e ha ritenuto di non coinvolgermi”. Il resto – conclude il ministro – appartiene al lungo capitolo dell’uso mediatico delle intercettazioni. Ma questo è un discorso ben noto a tutti, che si trascina da anni, diventando ormai una vera e propria telenovela legislativa”.
PIZZA Raffaele Pizza è l’uomo delle relazioni “ad altissimo livello”. Il faccendiere al centro dell’inchiesta, la mente dell’associazione a delinquere secondo i magistrati romani. Ha costruito una ragnatela di rapporti. Un network che include i salotti buoni del potere e l’instancabile tessitore di trame. I finanzieri lo ascoltano per mesi parlare al telefono e nel suo ufficio. Di Angelino Alfano e di suo fratello assunto alle Poste Italiane. di Vittorio Crecco l’ex dg dell’Inps, di Silvio Berlusconi, di Antonio Cannalire il braccio destro di Ponzellini in Bpm. È il 9 gennaio del 2015. La finanza registra una conversazione tra Pizza e Davide Tedesco, collaboratore politico di Alfano. Pizza sostiene di aver facilitato, grazie ai suoi rapporti con l’ex amministratore Massimo Sarmi, l’assunzione del fratello del ministro in una società del Gruppo Poste.
LE POSTE “Rappresentiamo discontinuità rispetto al passato” “Abbiamo letto i giornali e se questo è il quadro noi rappresentiamo una discontinuità rispetto al passato. Penso che anche con il nuovo management stiamo dimostrando come l’aria sia cambiata”. L’amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio, commenta così le notizie di stampa secondo cui Alfano, sarebbe citato nelle intercettazioni dell’inchiesta della Procura di Roma per corruzione e riciclaggio per l’assunzione di suo fratello alle Poste. Alla domanda se l’azienda abbia intenzione di prendere dei provvedimenti, Caio ha risposto: “Valuteremo la situazione, ma non farei personalismi in questa fase, il tema è far parte di un processo di cambiamento legato a valori etici importanti e che mettano il cittadino al centro, partendo dalla situazione che abbiamo trovato, bullone dopo bullone”.