L’Iran ha sequestrato venerdì due petroliere – una, la Stena Impero, registrata nel Regno Unito, l’altra, la Mesdar in Liberia ma di proprietà britannica – nello stretto di Hormuz, innescando una drammatica escalation in un’area del Golfo cruciale per l’economia mondiale: vi transitano oltre 21 milioni di barili di petrolio al giorno, pari a un quinto dei consumi globali. La Guardia rivoluzionaria iraniana ha reso noto di aver sequestrato la Stena Impero, battente bandiera britannica, e di averla condotta in porto dopo che l’imbarcazione aveva seguito una rotta sbagliata e aveva spento il suo trasmettitore Gps.
Anche una seconda nave cisterna, la Mesdar, battente bandiera della Liberia, ma di proprietà e gestita dalla britannica Norbulk, ha compiuto venerdì un improvviso cambiamento di rotta rispetto alla destinazionem originaria del porto saudita di Ras Tanura venerdì per dirigersi verso la costa iraniana. Meno di due ore dopo, il segnale di tracciamento della Mesdar è stato riattivato. Fars, l’agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana, ha riferito che la nave è stata brevemente fermata nello stretto di Hormuz per ricevere un invito a conformarsi alle normative ambientali prima di poter proseguire sulla sua rotta.
Il segretario agli Esteri Jeremy Hunt ha dichiarato di essere “estremamente preoccupato” per il sequestro delle navi. Hunt ha affermato che i sequestri sono “inaccettabili” e che la riunione del gabinetto di emergenza del governo di Londra servirà a esaminare le opzioni sul tavolo perchè il Regno Unito “assicuri rapidamente il rilascio delle navi. È essenziale mantenere la libertà di navigazione – ha sottolineato – perchè tutte le navi posssno muoversi in sicurezza e liberamente nella regione”.
Il sequestro delle petroliere è arrivato poche ore dopo che le autorità di Gibilterra avevano annunciato di estendere la loro custodia della petroliera iraniana, sequestrata dai Royal Marines britannici il 4 luglio, con l’accusa di aver spedito petrolio in Siria, in violazione di un embargo Ue. Teheran ha denunciato la detenzione della Grace 1 come un atto di pirateria eseguito su ordine di Washington. Dopo il sequestro delle navi il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’intenzione di mettersi in contatto col Regno Unito.