Un compromesso tra le varie anime del partito, che scongiura una plateale frattura in aula. Il capogruppo del Pd Graziano Delrio, al termine della riunione dei deputati sulla Libia, e’ riuscito a salvaguardare l’unita’ dei parlamentari Dem, facendo approvare all’unanimita’ un documento in cui si annuncia la decisione di non partecipare al voto, quando le aule della Camera e del Senato passeranno ad esaminare l’accordo di collaborazione tra guardia costiera italiana e libica, siglato a suo tempo dall’ex-ministro dell’Interno Dem Marco Minniti. Un risultato non scontato, date le premesse con cui ieri si era aperta la riunione, aggiornata su proposta di Dario Franceschini, una volta preso atto dei contrasti che erano emersi.
A sollevare il problema piu’ grande era stato Matteo Orfini, che aveva fatto sapere di non essere disposto a votare la risoluzione sulle missioni internazionali che prevedeva, tra le altre cose, il rinnovo dell’accordo di sostegno alla guardia costiera libica per la sorveglianza delle coste con le motovedette. Un accordo che Orfini aveva definito ormai intollerabile, dato il quadro di fatto bellico del paese nordafricano e la politica di chiusura dei porti messa in campo dal nuovo governo gialloverde. La posizione di Orfini, oltre che tra i deputati a lui piu’ vicini, sembrava poter fare breccia in altre componenti del gruppo. L’assemblea aveva dato quindi mandato a Delrio di trovare una mediazione capace di evitare una palese spaccatura nelle votazioni, che si e’ concretizzata nella proposta – accettata – di non partecipare al voto, quando l’aula dovra’ dire la sua sull’accordo di collaborazione tra la nostra guardia costiera e quella libica.
Cio’ sara’ possibile grazie alla richiesta, gia’ avanzata da piu’ di un gruppo, di procedere alla votazione della risoluzione di maggioranza per parti separate, e cioe’ votando separatamente ogni missione da rinnovare contenuta nel dispositivo (circa 30). Inoltre, l’approvazione della risoluzione di maggioranza fara’ decadere le altre risoluzioni, tra cui quella del Pd, prima firmataria Lia Quartapelle, che conteneva il rinnovo del sostegno alle motovedette libiche. “Le missioni in Libia – ha osservato Quartapelle – sono fondamentali, ma operano in un contesto ad alto rischio. Ad oggi il governo italiano non sta facendo nulla per stabilizzare e aiutare la pace. La strada e’ chiara: gli accordi tra Italia e Libia firmati da Gentiloni nel 2017. Siccome il governo ha nei fatti stracciato quegli accordi – continua – ci asterremo sulla missione della Guardia costiera libica perche’ non abbiamo avuto abbastanza rassicurazioni. Continueremo invece il nostro sostegno per le missioni Onu, Ue e l’ospedale di Misurata”.
Quanto alla mediazione trovata, Delrio ha spiegato che “non partecipiamo al voto perche’ non ci sono le condizioni. Tutte le iniziative, da ‘Mare sicuro’ a ‘Sophia’, alla stabilizzazione, al controllo nei campi di raccolta, soprattutto all’attivita’ della guardia costiera libica sono state sostanzialmente abbandonate. Non c’e’ piu’ vigilanza, non c’e’ piu’ controllo, e quindi l’approccio integrato che si era scelto di fare con gli accordi precedentemente sottoscritti non e’ piu’ rispettato. Noi votiamo tutte le missioni – ha aggiunto – pero’ su questo punto il governo dovrebbe fare un salto di qualita’ e chiedere maggiori garanzie, fare piu’ azioni attive”. Soddisfatto anche Matteo Orfini, che sui social ha postato la parte finale del documento approvato in assemblea, che a suo avviso vale la sconfessione della linea Minniti sulla Libia.