di Giuseppe Novelli
La Corea del Nord ha completato i preparativi e si prepara a un ulteriore test nucleare presso il sito di Punggye-ri. Lo sostiene l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, a tre soli giorni dal quinto test atomico del regime di Kim Jong Un che ha provocato la condanna della comunità internazionale. “Abbiamo registrato segnali che la Corea del Nord ha finito i preparativi per condurre un test nucleare in qualsiasi momento nel terzo tunnel del suo sito di Punggye-ri”, ha riferito una fonte del governo rimasta anonima alla Yonhap. “Le autorità d’intelligence a Seoul e Washington – ha continuato – sono in stretto contatto”. Il ministero della Difesa di Seoul non ha confermato al momento la notizia. La Yonhap non ha precisato quali attività siano state registrate presso Punggye-ri, che ha ospitato tutti e cinque i test nucleari precedenti. In un comunicato in cui lodava il “successo” nel test di venerdì, Pyongyang parlava anche di “ulteriori misure” per accrescere la capacità d’impatto nucleare “in qualità e quantità”. Il test di venerdì, secondo gli esperti, avrebbe coinvolto l’ordigno più potente mai provato dal Nord, per una potenza di circa 10 chilotoni. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha iniziato un lavoro per delineare nuove misure contro Pyongyang.
Russia e Cina condannano i test nucleari nordcoreani, e fanno appello a tutte le parti di astenersi da qualsiasi operazione che possa provocare una ulteriore escalation. Lo rende noto il Ministero degli Esteri russo. La Nordcorea ha condotto il suo quinto test nucleare, lo scorso 9 settembre, nel 68esimo anniversario della sua fondazione: il test ha visto l’esplosione di una testata atomica che secondo le autorità nordcoreane, potrebbe essere montata su missili; se fosse vero costituirebbe una svolta nelle capacità militari del Paese e ora il Consiglio di Sicurezza dell`Onu potrebbe adottare una risoluzione contro il regime di Kim Jong-un. Intanto la vicina Corea del Sud è sull’orlo di una reazione: Seoul ha minacciato di “ridurre in cenere” Pyongyang, nell’eventuale sospetto di un attacco nucleare imminente e si prepara, assieme a Giappone e Stati Uniti, anche a sanzioni unilaterali.