Macron detta agenda del G7: dalla Brexit all’Amazzonia

23 agosto 2019

Lotta contro le diseguaglianze, per la parita’ di genere e la tutela dell’ambiente: questi i temi centrali indicati da Emmanuel Macron per la presidenza francese del G7, il tavolo delle potenze mondiali che tornera’ a riunirsi da domani a lunedi’ a Biarritz, cittadina sulla costa atlantica e che si prepara, con un imponente sistema di sicurezza, Il summit, vedrà schierati oltre 13.000 uomini per evitare eventuali proteste e manifestazioni violente. Oltre a reparti della gendarmeria e della polizia, saranno schierati anche elementi delle forze armate nell’ambito di manovre antiterrorismo. Con la zona rossa off limits senza pass.

A Biarritz si incontreranno i capi di Stato e di governo di Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Canada, Usa e Giappone. A loro si uniranno anche i leader di Sudafrica, Australia, Cile e India, insieme a rappresentanti del continente africano, dal Burkina Faso all’Egitto, dal Senegal al Rwanda, fino all’Unione africana. Ma se l’agenda ufficiale punta l’attenzione su Africa e disuguaglianze, sul tavolo ci saranno ben altri questioni, dalla guerra dei dazi tra Usa e Cina, con le conseguenti tensioni con l’Europa, alla Brexit imminente, fino alla crisi nel Golfo Persico con l’Iran; senza dimenticare la recessione che sembra profilarsi all’orizzonte, la situazione esplosiva in Kashmir e la protesta a Hong Kong. Ma non mancheranno discussioni sulla proposta di una web tax per colpire i colossi digitali, cosi’ come il dibattito sull’affidabilita’ delle criptovalute dopo la presentazione della ‘Libra’ targata Facebook.

Nella girandola di appuntamenti e incontri, gli occhi saranno tutti puntati in primis sull’ultimo arrivato, il nuovo premier britannico Boris Johnson, al suo primo forum internazionale dopo aver conquistato la poltrona di Theresa May. All’orizzonte incombe il 31 ottobre, data prevista per l’uscita di Londra dall’Ue e da settimane BoJo non fa che ripetere che e’ pronto allo scenario peggiore, il ‘no-deal’. Dopo aver visto nei giorni scorsi la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e lo stesso Macron – entrambi, seppure con stili diversi, hanno ribadito il no di Bruxelles a rinegoziare l’accordo ma hanno lasciato aperta la porta a proposte di Londra su alternative al backstop – ora e’ il turno di parlare con il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, con il quale si incontrera’ a margine del vertice domenica. Un’occasione per parlare di quelle soluzioni tecniche “facilmente disponibili” cui il nuovo inquilino di Downing Street continua ad accennare senza dare ulteriori indicazioni. Tusk, che ha incontrato prima della partenza per Biarritz il capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier, si presentera’ da solo: il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha dovuto rinunciare al vertice per cause di forza maggiore, costretto al riposo dopo un intervento d’urgenza per asportare la cistifellea.

A dare un po’ di respiro a Johnson molto probabilmente ci pensera’ il presidente americano, Donald Trump, che per il premier britannico, strenuo sostenitore della Brexit, ha sempre avuto parole di lode. Da qui, le aspettative per l’incontro a margine che avranno i due leader, il primo dopo le innumerevoli telefonate che sono intercorse tra le due sponde dell’Atlantico da quando BoJo e’ stato nominato dai Tory alla guida del governo solo un mese fa. Proprio la presenza dell’imprevedibile Trump e’ quella che desta piu’ preoccupazioni nel padrone di casa: l’inquilino della Casa Bianca nutre apertamente un forte astio per simili occasioni multilaterali e non ha mai mancato di farlo notare. E per evitare situazioni come quelle dell’anno scorso, in occasione del G7 canadese a Charlevoix, quando il presidente americano se ne ando’ in anticipo sconfessando con un tweet la dichiarazione finale faticosamente messa insieme, Macron ha gia’ annunciato che non ci sara’ nessun documento congiunto al termine del summit.

Un modo per smussare le divergenze ed evitare scontri plateali: la foto della Merkel con i pugni chiusi sul tavolo, lo sguardo corrucciato, spalleggiata dagli altri leader mondiali, di fronte a un impassibile Trump, e’ passata alla storia. Il vertice non e’ ancora iniziato e gia’ si registrano tensioni tra le due sponde dell’Atlantico, ma stavolta il ‘focolaio’ e’ la foresta amazzonica in fiamme. Di fronte ai roghi che la stanno letteralmente mangiando, il presidente francese ha lanciato l’allarme e ha esortato i colleghi a discutere di questa “emergenza” in occasione del G7 a Biarritz. Gli ha immediatamente risposto piccato il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, escluso dal summit in questa formazione a 7, che ha accusato Macron di cercare di “strumentalizzare una questione interna del Brasile e di altri Paesi amazzonici per vantaggi politici personali” e di usare una “mentalita’ colonialista fuori luogo nel 21esimo secolo”. A questo scenario di tensione e instabilita’ mondiale, si aggiunge l’incertezza italiana: sabato e’ atteso l’arrivo del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dimissionario dopo la crisi di governo che lo ha portato a salire sul Colle e a rimettere il mandato al presidente, Sergio Mattarella.

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