Non sanno ancora se e dove potranno sbarcare i 503 tra uomini, donne e bambini soccorsi nelle ultime due settimane nelle acque del Mediterraneo da due Organizzazioni non governative. E, come previsto, le condizioni meteo stanno rapidamente peggiorando. Ogni momento e’ buono per la possibile svolta, ma lo stallo per adesso resta totale e del “place of safety” garantito dalle leggi internazionali a qualsiasi naufrago non c’e’ traccia: il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha ribadito la linea dei “porti chiusi” mentre dall’Europa continua a non arrivare alcun segnale.
La situazione piu’ grave e’ quella della Open Arms, al tredicesimo giorno di mare: a bordo sono rimasti in 147 dopo che ieri sera – su input del Viminale – sono stati evacuati in quattro, un bambino bisognoso di cure mediche e i suoi familiari. Ma la tensione cresce di ora in ora e monta il rischio di possibili risse, ha detto il fondatore della Ong Oscar Camps, in una intervista radiofonica: i 19 membri di equipaggio contengono a fatica i contrasti che nascono “sul cibo, su posti all’ombra o al sole, per la fila verso i bagni”. Ora con le onde sempre piu’ alte l’emergenza promette di diventare ancora piu’ drammatica.
Ieri una speranza era arrivata dalla presa di posizione del Tribunale di Palermo che, in risposta ad un ricorso presentato il 7 agosto, aveva ribadito come i diritti dei numerosi minori a bordo vengono sistematicamente elusi ed equiparato il mancato ok allo sbarco ad un “respingimento” di fatto. Dal Tribunale e’ arrivata anche una richiesta di chiarimenti ai ministri competenti ma per adesso ancora niente sembra muoversi. Situazione non migliore per la “Ocean Viking“, che ieri pomeriggio ha lasciato le acque Sar libiche e puntato decisamente verso Italia e Malta: fonti del Viminale avevano spiegato che la nave aveva chiesto un “porto sicuro” a Tripoli e che la richiesta era stata accolta ma i responsabili di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere hanno chiarito a stretto giro di posta che riportare i migranti in Libia rappresenterebbe “una violazione del diritto internazionale”.
Complessivamente, a bordo ci sono 356 persone, 92 delle quali minori non accompagnati: il che ripropone anche per Ocean Viking lo stesso problema denunciato da Open Arms. “Tutti i sopravvissuti, minori compresi – ha spiegato uno dei medici di Msf a bordo – affermano di essere stati torturati, sottoposti a elettrochoc, picchiati con armi e bastoni o bruciati con plastica fusa”. Intanto, una famiglia composta da due adulti e due bambini è stata evacuata nella tarda serata di ieri, martedì 13 agosto, dalla Open Arms e portata in Italia. L’operazione ha avuto il via libera dal Viminale, dopo che Malta ha annunciato di non riuscire a portarla a terra con tempestività. Uno dei bambini infatti aveva urgente bisogno di cure.
Per gli altri passeggeri della nave della Ong la situazione resta critica e incerta, il ministero dell’Interno Salvini ha confermato la linea dei “porti chiusi” per il resto dell’equipaggio. Anche la Spagna ha scelto la linea dura di chiusura dei porti, il governo Sanchez ha infatti respinto l’appello lanciato dal capitano di Open Arms e dall’attore Javier Bardem che hanno chiesto di poter far sbarcare in Spagna i 31 minori che si trovano a bordo.