Muro di Berlino e terrorismo, a Bruxelles primo summit Nato con Trump e Macron

Muro di Berlino e terrorismo, a Bruxelles primo summit Nato con Trump e Macron
25 maggio 2017

Si svolge oggi a Bruxelles, a partire dalle 14.30, il primo vertice dei 28 Capi di Stato e di governo della Nato dopo l’arrivo alla presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump, e di Emmanuel Macron in Francia. Sarà anche la prima riunione, inaugurale, nella nuova, gigantesca sede dell’Alleanza, costruita (ma non ancora operativa) di fronte al vecchio quartier generale, dall’altra parte della strada, nel quartiere di Evere. La stampa (sono accreditati 1.600 giornalisti) sarà ospitata comunque in un nuovo “Media Centre”, ma nella vecchia sede, in un grande tendone con misure di sicurezza triplicate; e sempre nel vecchio quartier generale, si svolgeranno anche le conferenze stampa del Segretario Generale Jens Stoltenberg, prevista alle 21, e dei capi di Stato e di governo, tra i quali l’italiano Paolo Gentiloni. L’agenda del summit prevede innanzitutto l’inaugurazione di due memoriali nel nuovo quartier generale: il primo, da parte della cancelliera tedesca Angela Merkel, dedicato alla caduta del muro di Berlino nel 1989 (si tratta di un frammento del Muro che simboleggia la vittoria della libertà contro l’oppressione); e il secondo, da parte di Trump, dedicato al World Trade Center distrutto dagli attentati terroristici dell’11 settembre 2001. Il vertice si svolge a poche ore da un altro attentato, quello di Manchester, e la prima parte della discussione avrà per oggetto proprio il ruolo della Nato nella lotta al terrorismo islamico e all’Isis.

Non ci sono richieste di inviare truppe Nato per partecipare ai combattimenti contro lo Stato islamico, ha precisato Soltenberg ma ci sarà una estensione della sorveglianza aerea degli Awacs dell’Alleanza e delle capacità di rifornimento in volo a sostegno della Coalizione internazionale anti Isis, oltre che un aumento delle attività di addestramento e appoggio alle forze locali impegnate contro i terroristi. In discussione c’è anche la possibilità che l’Alleanza partecipi in quanto tale alla Coalizione anti Isis, di cui già fanno parte tutti i membri della Nato. Sarebbe, ha spiegato Stoltenberg, un segnale politico della determinazione contro il terrorismo, e la Nato potrebbe un contributo importante in termini di coordinamento delle forze dei suoi Stati membri nella Coalizione. Ma su questo le opinioni tra gli alleati divergono, e si registrano in particolare le perplessità dell’asse franco-tedesco anche se ieri sera fonti diplomatiche parlavano di un accordo raggiunto a livello di ambasciatori per la partecipazione formale dell’alleanza alla Coalizione. Il secondo grande tema in discussione è quello dei contributi finanziari degli Stati membri all’Alleanza. Trump nei mesi scorsi aveva più volte accusato a muso duro gli europei, e soprattutto la Germania, di non stare rispettando l’impegno preso nel 2014 di aumentare il loro contributo fino al 2% del Pil entro il 2024, contando sul fatto che comunque pagano gli Usa per la difesa europea.

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Stoltenberg è riuscito, sembra, a smorzare l’irritazione del presidente americano, ottenendo da tutti gli alleati l’impegno a presentare dei piani nazionali per l’incremento della spesa militare, da verificare annualmente, verso l’obiettivo del 2%. Nel frattempo, dopo molti anni di costante riduzione, la spesa per la difesa è tornata ad aumentare in tutti bilanci degli alleati nel 2016 (compresa l’Italia, dove si è passati dall’1,01 del 2015 all’1,11 del Pil). E proprio l’Amministrazione Trump ha deciso, martedì, di proporre un aumento della spesa militare e della presenza americana in Europa. Molto è stato scritto, nei giorni scorsi, sui timori degli interventi sopra le righe, le reazioni “di pancia”, i colpi di testa e i tweet poco diplomatici che potrebbero venire dall’imprevedibile presidente americano in un contesto, quello dei summit della Nato, che è sempre stato estremamente ritualizzato, con una scenografia meticolosamente preparata che non prevede sorprese. Ma nelle ultime settimane, anche grazie al lavoro di Stoltenberg e dei responsabili della politica estera e di difesa Usa, il campo dei possibili incidenti diplomatici è stato accuratamente sminato. Trump, d’altra parte, con uno dei suoi ormai proverbiali voltafaccia, è tornato indietro sulla sua dichiarazione secondo cui la Nato sarebbe “obsoleta”, perché non in grado di combattere il terrorismo, e ha ammesso che quando lo aveva detto non sapeva ancora di cosa parlava. Il Summit si occuperà anche della situazione in Ucraina e dei rapporti con la Russia, e, infine, prenderà atto della ratifica, da parte di tutti e 28 gli Stati membri, dell’ingresso del Montenegro nell’Alleanza, che sarà effettivo in giugno.

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