Non solo decreti, le proposte in campo per tutelare forze dell’ordine

Non solo decreti, le proposte in campo per tutelare forze dell’ordine
27 luglio 2019

L’uccisione a Roma del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ha riportato drammaticamente d’attualita’ la questione della sicurezza e del controllo del territorio, ma soprattutto quella dell’incolumita’ e della tutela delle forze dell’ordine che operano nei contesti piu’ rischiosi. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, proprio commentando i fatti avvenuti la scorsa notte nella Capitale, ha ribadito ieri il proprio impegno per “piu’ sicurezza e strumenti per le donne e gli uomini in divisa”, annunciando, tra le altre cose, l’imminente acquisto di circa 1.500 pistole elettriche. In Parlamento, al netto dell’iter del decreto sicurezza bis appena approvato dalla Camera e che si appresta al delicato passaggio di Palazzo Madama, il dibattito e le iniziative relative questo tema sono vivi da inizio legislatura, ma – come peraltro accade negli ultimi tempi nei due rami del Parlamento – la maggior parte delle proposte di iniziativa parlamentare languono in commissione o non hanno ancora avviato il proprio percorso.

Tornando al dl Sicurezza bis, una parte cospicua di questo e’ dedicata alla tutela delle forze dell’ordine, nell’esercizio del proprio lavoro nei contesti piu’ pericolosi, prevedendo tra le altre cose la reclusione da 1 a 4 anni per chiunque, nel corso delle manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico, lanci o utilizzi illegittimamente, razzi, petardi, fumogeni o oggetti contundenti o, comunque, atti a offendere. Sempre nel dl sicurezza bis vengono puniti piu’ severamente i reati di violenza o minaccia a pubblico ufficiale, di interruzione di pubblico servizio e di devastazione e saccheggio. Diverse, in Parlamento, le proposte di legge che intervengono sul problema. Pochissime, pero’, quelle attualmente in esame, e nessuna di queste e’ arrivata in aula. Tra quelle in discussione, c’e’ quella del presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, che affronta, assieme ad altre proposte, una questione ben presente nel dibattito: quella di un maggior coinvolgimento delle polizie locali in operazioni di sicurezza integrate, al fianco delle forze dell’ordine.

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La proposta di Brescia parla di “politiche integrate per la sicurezza” e tende ad inserire la polizia locale “a pieno titolo nelle politiche integrate per la sicurezza, mediante adeguate misure, anche di raccordo con le altre Forze di polizia”. Nello specifico, il pdl Brescia si riferisce “all’individuazione dell’armamento e degli strumenti di autotutela e al collegamento tra il numero unico di emergenza 112 e le sale operative dei corpi di polizia locale”. Una proposta del deputato leghista Igor Iezzi, assegnata alla commissione Affari costituzionali ma non ancora esaminata, chiede l’istituzione del “Centro di coordinamento per l’addestramento delle Forze di polizia” (Ce.Co.A.Fo.P.) per “coordinare e uniformare le conoscenze di base di tutti gli istruttori che sono impegnati nell’addestramento di formazione, mantenimento e aggiornamento delle attivita’ di tiro operativo presso ciascuna forza di polizia” per “l’uso migliore e piu’ razionale delle risorse di personale ed economiche, l’omogeneizzazione e standardizzazione delle procedure addestrative, l’incremento della precisione nel tiro e la sicurezza degli operatori nel maneggio delle armi da fuoco”.

Interviene invece su un’altra questione dibattuta la proposta del deputato FdI Edmondo Cirielli: l’assistenza legale agli appartenenti alle forze dell’ordine. Cirielli vorrebbe estendere il vigente regime di tutela legale “ai fatti compiuti in servizio anche diversi da quelli relativi all’uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica e, quindi, inserire un ulteriore articolo nella legge n. 152 del 1975 che stabilisca tale previsione”. Il suo collega e compagno di partito Fabio Rampelli propone un’indennita’ integrativa per gli agenti che operano nei contesti piu’ rischiosi “al fine di remunerare il personale in maniera adeguata a fronte del considerevole carico di lavoro e delle responsabilita’ assunte”.

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Sempre da FdI arriva il pdl di Gaetano Nastri per istituire, in ogni provincia “un comitato territoriale per la sicurezza, presieduto dal sindaco e composto dal prefetto della provincia, dal comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, dal comandante provinciale del Corpo della guardia di finanza, dal questore e dal comandante della polizia locale”. Infine, due proposte – quelle del deputato grillino Luigi Iovino e dell’azzurro Antonio Minardo – si occupano della questione dell’organico, chiedendo una deroga agli attuali limiti di eta’ previsti per l’ammissione ai concorsi per l’arruolamento nelle forze armate. In particolare, quella di Minardo chiede di elevare a 40 anni questo limite per tutte le posizioni che prevedano una soglia piu’ bassa.

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