Nord Corea ricostruisce base missili, riparte sfida di Kim a Trump dopo mancato accordo

Nord Corea ricostruisce base missili, riparte sfida di Kim a Trump dopo mancato accordo
Il leader nordcoreano, Kim Jong-un
6 marzo 2019

Foto satellitari hanno mostrato che la Corea del Nord sta ricostruendo una base missilistica che aveva cominciato a smantellare nel 2018 in un’apparente sfida agli Usa dopo il mancato accordo al vertice di Hanoi. Le immagini risalgono a sabato scorso, tre giorni dopo il sunnit in Vietnam, concluso senza accordo, tra il presidente Usa, Donald Trump, e il leader nordcoreano, Kim Jong-un, e mostrano che si e’ ricominciato a costruire strutture nella piattaforma di lancio nella base di Sohae. Lo scorso anno, subito dopo il primo summmit a Singapore tra Kim e Trump, Pyongyang aveva annunciato che la base sarebbe stata distrutta e l’annuncio era stato interpretato come un segno della disponibilita’ di Pyongyang a far avanzare la denuclearizzazione.

Nei mesi successivi nella base non erano stati notati movimenti. Il ripristino dei lavori al sito di lancio e’ emerso dalle immagini satellitari pubblicate da due think tank specializzati e dalle testimonianze dei servizi di intelligence sud-coreani in Parlamento a Seul: i tecnici starebbero ricostruendo un tetto e una porta al centro di Sohae, che adopera la stessa tecnologia utilizzata per il lancio di missili a lungo raggio vietata dalle risoluzioni delle Nazioni Unite. Nella zona si vedono anche gru, veicoli e macchinari vari. Secondo gli analisti di 38 North, portale specializzato sulla Corea del Nord, i lavori sono cominciati in un periodo compreso tra il 16 febbraio e il 2 marzo scorso. In realta’ il regime sa perfettamente che i satelliti di intelligence e commerciali, quelli che hanno scattato le immagini, vigilano ogni movimento nelle sue installazioni militari e utilizza questo monitoraggio a suo favore.

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Secondo gli esperti del Center for Strategic and International Studies (Csis), la ripresa di attivita’ puo’ indicare che Pyongyang vuole “mostrare risolutezza di fronte al rifiuto statunitense alle richieste nordcoreane per revocare cinque sanzioni del Consiglio di Sicurezza messe in atto tra il 2016 e il 2017”. Il sito di Sohae, conclude il Csis, era inattivo dall’agosto scorso e la recente attivita’ nella struttura viene giudicata “deliberata e intenzionale”. Molti si chiedono ancora se il dialogo si fermera’ dopo Hanoi: in attesa di vedere cosa fara’ Washington, Seul tace nonostante l’intelligence martedi’ abbia riferito in Parlamento dei movimenti a Sohae. Intanto Pyongyang sembra voler rompere l’impasse, tornando su una linea minacciosa.

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