Decreto carceri, Orlando: “Non è salva-ladri”

Decreto carceri, Orlando: “Non è salva-ladri”
17 marzo 2018

Rafforzare le misure alternative al carcere, ponendo al centro il percorso riabilitativo del detenuto – tranne per chi si e’ macchiato di delitti di mafia e terrorismo – con il vaglio, caso per caso, della magistratura di sorveglianza, con l’obiettivo di abbattere il tasso di recidiva. E’ il punto centrale della riforma dell’ordinamento penitenziario, basata sui lavori degli Stati generali per l’esecuzione penale voluti dal Guardasigilli Andrea Orlando e conclusi nell’aprile 2016. Il testo del decreto, che attua una delega contenuta nella riforma del processo penale approvata la scorsa estate, era gia’ stato varato dal Consiglio dei ministri a dicembre e poi sottoposto all’esame delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato. I pareri giunti dal Parlamento, in particolare quello del Senato, contenevano alcune osservazioni critiche, che il Governo non ha accolto, modificando solo in dettagli non di rilievo lo schema di decreto gia’ predisposto. E ora da Palazzo Chigi il nuovo via libera, dopo il secondo esame preliminare: bisognera’ ora vedere quando il decreto sara’ ritrasmesso al Parlamento per capire se saranno le Commissioni in nuova composizione dopo l’insediamento delle nuove Camere oppure la Commissione speciale a doversene occupare. Per la riforma dell’ordinamento penitenziario vi era stato nei giorni scorsi un appello importante da giuristi, magistrati, avvocati e societa’ civile perche’ il Governo andasse avanti per l’approvazione del decreto. I penalisti, in segno di protesta contro il rischio di una mancata approvazione, hanno anche scioperato, astenendosi dalle udienze, il 13 e il 14 marzo scorsi. Sul tema carceri, il Consiglio dei ministri il 22 febbraio scorso ha approvato in via preliminare altri tre decreti inerenti il lavoro per i detenuti, la giustizia riparativa e l’ordinamento penitenziario minorile: l’iter di questi testi, oggi non all’ordine del giorno del Cdm, e’ tuttora in corso. Queste, nel dettaglio, le novita’ della riforma su cui il Governo ha dato oggi il nuovo via libera:

PIU’ MISURE ALTERNATIVE – Rafforzamento e ampliamento delle misure alternative al carcere, superando automatismi e preclusioni, tranne che per i condannati per delitti di mafia e terrorismo. Una previsione importante riguarda poi il regime di semiliberta’, con la possibilita’ di accedere a tale istituto da parte dei condannati all’ergastolo (tranne che per mafia e terrorismo), dopo che abbiano correttamente fruito di permessi premio per almeno 5 anni consecutivi, nuovo presupposto alternativo a quello dell’espiazione di almeno 20 anni di pena. Possibile sospensione della pena, anche residua, fino a 4 anni, per accedere all’affidamento in prova, come avallato anche da una recente pronuncia della Corte Costituzionale.

SOCIALITA’ E TUTELA DIRITTI IN CARCERE – Attenzione particolare viene data alla socialita’ del detenuto, con attivita’ comuni, studio, lavoro e anche lo svago, nonche’ all’alimentazione per i reclusi, estendendo i requisiti del vitto, rispetto a quanto attualmente previsto, in modo da soddisfare le esigenze delle diverse ‘culture’ e ‘abitudini’ alimentari. I detenuti vengono tutelati anche da discriminazioni legate all”identita’ di genere’ e all’orientamento sessuale. In linea, inoltre, con le regole europee, si pone in risalto il diritto del detenuto a essere assegnato a un istituto prossimo alla residenza della famiglia “fatta salva l’esistenza di specifici motivi contrari”, come il mantenimento o la ripresa di rapporti con la criminalita’ comune o organizzata. Viene consentito l’uso delle tecnologie informatiche all’interno del carcere, anche per i contatti con la famiglia, ad esempio, attraverso l’utilizzo della posta elettronica e dei colloqui via Skype.

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SANITA’ PENITENZIARIA – Importanti anche le novita’ sulla sanita’ in carcere, con l’equiparazione tra infermita’ fisica e psichica, volta a garantire adeguati percorsi rieducativi compatibili con le esigenze di cura della persona.

LE REAZIONI

“Vergogna, un governo bocciato dagli italiani approva l’ennesimo salva ladri. Appena al governo cancelleremo questa follia nel nome della certezza della pena: chi sbaglia paga!”. Cosi’ il segretario della Lega e candidato premier Matteo Salvini commenta il via libera del Consiglio dei ministri alla riforma dell’ordinamento penitenziario che allarghera’ la possibilita’ di accedere alla misure alternative al carcere per i detenuti.

Il nuovo via libera dato dal Consiglio dei ministri alla riforma dell’ordinamento penitenziario “e” sicuramente una buona notizia”, ma “c’e’ ancora da fare pressione e da non allentare la tensione poiche’, in questa fase post-elettorale, i tempi potrebbero dilatarsi e la delega decadere. C’e’ infatti tempo fino ad inizio luglio per approvarla”. Lo dichiara il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, sottolineando che la riforma “e’ un passo in avanti su temi delicati come la salute psichica, l’accesso alle misure alternative, la vita interna alle Carceri, i rapporti con l’esterno, il sistema disciplinare. Purtroppo alcune norme essenziali sono rimaste al palo, come quelle sui minori o sulla sessualita’”. Inoltre, “prima che le regole oggi approvate si trasformino in legge c’e’ tuttavia ancora da attendere – aggiunge Gonnella – devono nuovamente tornare in Senato (che probabilmente sara’ quello eletto il 4 marzo) per ulteriori 10 giorni e poi definitivamente essere varate con decreto legislativo dal Governo”. Il presidente di Antigone ricorda che “era il 2013 quando l’Italia fu condannata dalla Corte europea dei diritti umani per le condizioni vergognose di vita nelle Carceri italiane. Era sempre il 2013 quando ci fu il messaggio alle Camere dell’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano. A cinque anni di distanza potrebbe arrivare la riforma”. E a chi lancia allarmi sulla sicurezza, Gonnella replica: “non ci saranno cambiamenti radicali. Chi urla parlando di svuota-Carceri e’ in malafede, perche’ non e’ vero, non si svuota proprio nulla. Chi parla di 41-bis svuotato dice il falso. Il 41-bis non c’entra proprio nulla e non e’ stato minimamente toccato. E’ una riforma – conclude – che interviene solo su alcuni aspetti della vita detentiva. Si poteva fare di piu’, ma e’ un passo in avanti. Sempre che gli ultimi passaggi legislativi siano portati a termine a breve”.

“L’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, della riforma dell’ordinamento penitenziario e’ una bellissima notizia per i diritti in questo Paese: si inverte la rotta e si esce dalla visione emergenziale che in passato ha caratterizzato i provvedimenti svuota-carceri. Una riforma che segna un nuovo punto di equilibrio tra certezza della pena e riconoscimento della dignita’ delle detenute e dei detenuti, ai quali vengono garantiti percorsi di rieducazione adeguati, nel rispetto dell’art. 27 della Costituzione”. Lo afferma in una nota la senatrice del Pd Monica Cirinna’ della commissione Giustizia. “Finalmente, senza pregiudicare la sicurezza dei cittadini, la legge mette al centro la persona del detenuto – ‘chiamato per nome’, come recita una delle nuove disposizioni – assicurando condizioni di detenzione adeguate alle diverse situazioni di vita, anche con riferimento specifico, per la prima volta nella storia del diritto italiano, ai detenuti LGBTI, grazie alla clausola generale di non discriminazione per orientamento sessuale e identita’ di genere – aggiunge -. Un provvedimento in linea con il grande lavoro sui diritti fatto nel corso di questa legislatura che, finalmente, porta i diritti anche nelle carceri, unica e vera strada per assicurare legalita’, sicurezza e rispetto degli individui ottenuto grazie all’impegno e alla passione di Andrea Orlando, del Governo Gentiloni e del Partito Democratico”.

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Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della liberta’ personale esprime “grande soddisfazione per l’atto con cui il Governo attualmente ancora in carica, inviando alle Camere il primo e principale decreto legislativo di attuazione della legge delega 103/2017, ha saputo non disperdere l’occasione di portare a compimento l’approvazione del nucleo principale e piu’ atteso della riforma penitenziaria. Ancorche’ non si tratti del testo esaustivo, completo di tutte le parti della riforma dettate dalla legge delega, quello che e’ stato avviato al traguardo e’ infatti certamente il nucleo piu’ qualificante e atteso, che riporta l’esecuzione della pena in assetto con i principi della Costituzione”. “La riduzione degli automatismi – prosegue il Garante – che limitano o impediscono l’accesso ai benefici penitenziari e alle misure alternative alla detenzione in carcere, con la conseguente restituzione al giudice del diritto-dovere di valutarne caso per caso l’applicabilita’, l’ampliamento delle possibilita’ di ammissione a un’esecuzione penale che non sia esclusivamente di natura carceraria, la revisione del modello di vita penitenziaria in attuazione dei precetti costituzionali e delle indicazioni degli organi sovranazionali, sono gli elementi che fanno di questo decreto il cardine della trasformazione dell’esecuzione penale e della cultura della pena”.

“Avevamo gia’ invitato il governo, nei giorni scorsi, a non tentare colpi di mano dopo le elezioni sul decreto di riforma del sistema penitenziario. Ancora una volta, invece, l’arroganza del Pd produce l’ennesimo atto scellerato contro gli agenti che lavorano nelle carceri e a favore di chi invece ha commesso reati ed e’ in carcere per scontare la propria pena. Faccio notare ancora una volta alle donne e agli uomini in divisa come il governo uscente non si sia presentato a discutere della coda al rinnovo del contratto e invece oggi si sia prodigato per l’approvazione di una riforma che li penalizza. Inutile sottolineare che contrasteremo in ogni modo e in ogni luogo un testo scadente e che offende la dignita’ di tanti lavoratori che, come ho verificato anche recentemente con visite al personale, ha bisogno di ben altre riforme”. Lo afferma Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia.

“Apprendiamo con soddisfazione l’approvazione della riforma carceraria che porta la firma del Ministro Andrea Orlando. Ci auguriamo ora che il prossimo Governo possa dare attuazione ad una riforma importante e attesa da decenni come quella di oggi. Piu’ studio, piu’ lavoro, vuol dire meno recidiva. Con questa riforma, oggi siamo piu’ vicini al dettato Costituzionale”. Lo affermano in una nota congiunta Ilaria Cucchi e Irene Testa, esponenti dell’associazione Stefano Cucchi Onlus.

“Dal Governo arriva un primo segnale importante al mondo carcerario che da cinque anni attendeva una svolta dopo la sentenza della Corte europea dei diritti umani che aveva condannato l’Italia per le condizioni di vita dei detenuti; ora e’ importante che si proceda con celerita’ al completamento della riforma dell’ordinamento penitenziario per restituire certezza del diritto e sicurezza ai cittadini”. Lo afferma la deputata di Forza Italia Renata Polverini che aggiunge: “Non e’ caduto nel vuoto l’appello delle Camere Penali e dei tantissimi Magistrati che hanno spiegato in ogni modo come fosse immeritato e fuorviante l’epiteto di ‘svuota carceri’ assegnato demagogicamente ad un provvedimento che getta solo le basi per una dignitosa esecuzione della pena. E’ stato premiato anche il lavoro ed il coraggio di chi ha creduto e promosso questa battaglia come la leader Radicale Rita Bernardini e di chi, solitariamente, l’ha sostenuta sulla stampa come Piero Sansonetti, Direttore de Il Dubbio. Se oggi l’Italia e’ meno ingiusta lo si deve anche a loro oltre che, e gliene va dato atto, al Ministro Andrea Orlano ed al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni”, conclude Polverini.

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“Fuori i delinquenti di galera: e’ lo slogan della sinistra che sta tentando in tutti i modi di approvare un nuovo decreto ‘libera-criminali’. L’ultima follia di un Governo scaduto, mandato a casa a gran voce dagli italiani e che, a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Parlamento, ha la faccia tosta di occuparsi di provvedimenti cosi’ sensibili. Gli italiani hanno mandato a casa il Pd e chiedono certezza della pena, piu’ sicurezza, maggiori tutele per le vittime di reati e per gli agenti di polizia penitenziaria”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

“Per la serie ‘in cauda venenum’ un Governo provvisorio, un Governo formato da esponenti di partiti usciti bocciati e travolti dal voto degli italiani, vara un pacchetto di misure alternative al regime detentivo, aprendo le celle ai delinquenti con l’ennesimo ‘svuota Carceri’ camuffato con i soliti tecnicismi. Non esiste e appena saremo al Governo queste assurde norme che premiano sempre chi delinque a discapito della certezza della pena e della sicurezza di ognuno di noi”. Lo afferma Roberto Calderoli, senatore della Lega.

“L’approvazione della riforma dell’Ordinamento penitenziario e’ una bella notizia anche per la buona politica che non deve mai temere di attuare i principi inviolabili della Costituzione”. Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin.

”Il sì alla riforma dell’ordinamento penitenziario è un risultato storico, anche se parziale, per il quale abbiamo lottato da lungo tempo ‘grazie’ e ‘con’ Marco Pannella”. Lo ha detto Rita Bernardini, del coordinamento di presidenza del Partito Radicale, commentando a Radio Radicale il via libera del consiglio dei ministri a una parte della riforma dell’ordinamento penitenziario. ”Dal punto di vista della procedura ci troviamo ancora in una fase non chiarita perché, come ha detto il ministro Andrea Orlando, la modifica di questi decreti, che giustamente hanno respinto la parte demolitoria del parere del Senato, potrebbe andare all’esame delle commissioni di merito del vecchio Parlamento o, più probabilmente, all’esame della nuova istituenda Commissione bicamerale speciale per l’esame degli Atti del Governo”. “Come sa bene il ministro Orlando, al quale – prosegue Bernardini – oggi diamo atto, seppure in zona Cesarini, di avere con tenacia perseguito l’obiettivo dell’approvazione della riforma, l’aspetto che abbiamo cercato di governare in questi ultimi mesi è stato proprio quello di riuscire a concludere l’iter completo nella legislatura appena conclusa”.

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