Olanda riconosce genocidio Armeni. L’ira della Turchia

Olanda riconosce genocidio Armeni. L’ira della Turchia
23 febbraio 2018

Il Parlamento olandese ha votato a schiacciante maggioranza il riconoscimento del genocidio degli Armeni, perpetrate dall’impero Ottomano tra il 1915 e il 1916, che causo circa 1,5 milioni di morti. Scontata e’ giunta da Ankara la reazione infastidita della Turchia alla decisione del Parlamento olandese di riconoscere il “genocidio armeno”, compiuto dall’allora impero Ottomano nel 1915. Ma i toni usati da Ankara sono stati a dir poco velenosi anche perche’ le accuse, seppur pretestuose, rivolte all’Aja, sono assolutamente vero. Il testo inizialmente afferma la “condanna con forza della la decisione presa dal Parlamento olandese di riconoscere come genocidio gli eventi del 1915” ma poi il ministero degli Esteri turco aggiunge una stilettata al curaro: “Una decisione in cui non trova posto ne’ la storia ne’ la giustizia, prese da un paese del centroeuropa che ha sorvolato sul genocidio di Srebrenica senza fermarlo (riferimento alla macchia indelebile sui caschi blu olandesi del contingente Unprofor che non fermarono e assistettero imbelli al massacro di 8.000 musulmani bosniaci – accorsi a chiedere aiuto ma respinti – nel luglio 1995 ad opera delle forze serbo-bosniache di Ratko Mladic – una delle pagine piu’ buie dell’Onu, insieme al genocidio in Ruanda, e che porto’ nel 2002 alle dimissioni del governo olandese del premier Wim Kok ndr). Motivi per cui non c’e’ alcun legame con il diritto e con la verita’”. Il parlamento olandese ha approvato con 142 voti a favore il riconoscimento del genocidio armeno, unici tre voti contrari quelli dei rappresentanti del partito della comunita’ turca Denk Partisi. A questo punto, la Turchia ha convocato l’incaricato d’affari olandese.

SONO 30 I PAESI CHE RICONOSCONO GENOCIDIO

Con il voto del Parlamento olandese sono oggi una trentina i Paesi a riconoscere il genocidio armeno, perpetrate dall’Impero ottomano tra il 1915 e il 1916, che causo circa 1,5 milioni di morti. La genesi del genocidio e’ legata all’ostilita’ tra la Sublime Porta e l’Impero russo. Istanbul vedeva all’epoca gli Armeni come una quinta colonna di Mosca, che appoggiava le spinte indipendentiste degli Armeni. Nel 1890 si verifico’ un primo massacro, che secondo alcune fonti causo’ 50.000 vittime. Il ‘genocidio’ si verifico’ nel 1915 allo scoppio della I Guerra Mondiale quando l’esercito russo (alleato di Gran Bretagna, Francia, Italia e nemico della Turchia legata alla Germania) inizio’ ad arruolare alcuni battaglioni di Armeni che in precedenza avevano militato nell’esercito ottomano. Armeni finanziati anche dalla Francia. Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i primi arresti tra l’elite armena di Costantinopoli. L’operazione prosegui’ l’indomani e nei giorni seguenti. In un solo mese, piu’ di mille intellettuali Armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al Parlamento furono deportati verso l’interno dell’Anatolia e massacrati lungo la strada. Arresti e deportazioni furono compiute in massima parte dai “Giovani Turchi”. Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento. Tutti i governi turchi dopo la fine dell’Impero Ottomano nel 1923 hanno sempre negato il “genocidio degli Armeni”, elemento di tensione con l’Unione Europea. Elemento che da quando e’ al potere l’attuale presidente Recep Tayyip Erdogan e’ un tabu’ per Ankara. Erdogan, quando e’ costretto a parlarne, li cita come “i fatti del 1915”. Il primo Paese a riconoscere il “genocidio armeno” fu l’Uruguay nel 1965: poi Argentina, Austria, Belgio, Bolivia, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Italia Lituania, Libano, Lussemburgo, Paraguay, Polonia, Repubblica Ceca, Russia, Siria, Slovacchia, Svezia, Svizzera, Santa Sede, Venezuela e l’Ue.. Inoltre, il Congresso Usa ha approvato a marzo 2010 una risoluzione che chiedeva allora presidente Bracak Obama il riconoscimento di tale tragedia. Cosa che non avvenne. Alcuni Paesi – come la Svizzera o la Slovacchia – ne sanzionano anche la negazione (un tribunale federale svizzero nel 2007 ha anche condannato un negazionista).

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