Il Consiglio di sicurezza dell’Onu e l’Ue hanno condannato il raid sul centro di detenzione dei migranti a Tagiura, a est della capitale libica Tripoli, che ha causato almeno 53 morti e oltre 130 feriti. Il Governo di accordo nazionale libico di Tripoli ha accusato dell’attacco il maresciallo della Cirenaica, Khalifa Haftar, e gli Emirati Arabi Uniti che avrebbero fornito l’F-16 di produzione americana con cui e’ stato compiuto il bombardamento. Per tutta risposta, Haftar ha lanciato la seconda fase dell’offensiva su Tripoli coinvolgendo nuovi battaglioni che gia’ in passato si erano resi protagonisti di violente conquiste a Bengasi e a Derna. Dall’avvio dei combattimenti, il 4 aprile scorso, secondo i numeri ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanita’, il bilancio delle vittime tocca quota mille morti e circa 5 mila feriti.
E, nel frattempo, in una telefonata al presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sisi, il presidente americano, Donald Trump, mostra ancora il suo appoggio all’uomo forte della Cirenaica. Seppur con qualche reticenza. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu – uscito ammaccato dopo che gli Stati Uniti avevano bloccato una risoluzione di condanna ad Haftar voluta dalla Gran Bretagna – ha chiesto a tutte le parti coinvolte una “urgente de-escalation” e “l’impegno per un cessate il fuoco”. Inoltre, ha invitaato tutti gli Stati – anche quelli non membri del Consigli di sicurezza – a “non intervenire nel conflitto o prendere misure che possano esacerbarlo”. Anche l’Unione europea e’ sulla stesa linea. Su proposta italiana – come evidenziato dal ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi – ha espresso una “forte condanna” per l’attacco e ha accolto “con favore la missione di accertamento dei fatti intrapresa dall’Onu”. Ha chiesto inoltre la fine immediata dei combattimenti”.
La Ue ribadisce il sostegno al processo di mediazione guidato dalle Nazioni Unite e nei confronti del rappresentante speciale Ghassan Salame’ “nei suoi sforzi per ripristinare la fiducia, ottenere una cessazione delle ostilita’, promuovere un dialogo inclusivo e creare le condizioni per la ripresa del processo politico guidato dalle Nazioni Unite”. Il governo di accordo nazionale di Tripoli denuncia invece che il bombardamento sul centro migranti di Tagiura e’ stato compiuto da un caccia F-16 degli Emirati, principale sponsor del maresciallo Haftar. Lo ha affermato il ministro dell’Interno, Fathi Bashaga: “Il rumore del jet e’ stato identificato da tecnici e piloti che lo hanno sentito. Il potere distruttivo (delle bombe) e’ molto grande ed e’ simile a quello delle bombe sganciate nel 2014”, ha spiegato l’esponente del governo di Tripoli per avvalorare la propria tesi. “Gli Emirati Arabi Uniti hanno bombardato Tripoli nel 2014 e interferiscono nel conflitto libico”, ha aggiunto Bashagha.