Non nasconde che “quello che mi stupisce”, dopo l’annuncio delle sue dimissioni da ministro dell’Istruzione, “e’ che tante voci della leadership del M5s mi stiano attaccando in questo momento”. Lorenzo Fioramonti non ci sta e contrattacca, soprattutto sul tema delle restituzioni delle indennita’ parlamentari, tema sul quale, rimproverandogli un certo ritardo, hanno puntato alcuni dei suoi critici interni. “Dopo aver restituito puntualmente per un anno, come altri colleghi, ho continuato a versare nel conto del Bilancio dello Stato e le mie ultime restituzioni – chiarisce allora Fioramonti – saranno donate sul conto del Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, un centro di ricerca pubblico che, da viceministro prima e da ministro poi, ho promosso a Taranto, una citta’ deturpata da un modello di sviluppo sbagliato”.
“Invito anche altri parlamentari 5 stelle – dice poi tornando sulla destinazione delle resitituzioni – a fare lo stesso, non appena il conto sara’ attivo. Ho chiesto a tutto il governo di fare di piu’ per finanziare il Tecnopolo, che ad oggi riceve un esiguo finanziamento annuale di 3 milioni, perche’ e’ forse il segno piu’ concreto per una comunita’ civica che, come tutti noi, ha bisogno di futuro. Sarebbe un piccolo gesto per dimostrare che la ricerca, soprattutto quella che puo’ migliorare la qualita’ della vita, ci sta davvero a cuore”. Anche in questa occasione, Fioramonti rinnova dunque le sue critiche alla gestione di vertice M5s e rileva che “in tanti, nel Movimento, abbiamo contestato un sistema farraginoso e poco trasparente di rendicontazione”. Quanto al suo addio al governo, il ministro dimissionario confida il suo stupore per le critiche dal suo partito solo “aver fatto solo cio’ che ho sempre detto”. “Mi sarei in realta’ aspettato il contrario: sarebbero dovuti essere loro a chiedermi di onorare la parola data favorendo le dimissioni, invece di chiedermi di fare – sottolinea ancora – quello che i politici italiani hanno sempre fatto: finta di niente”.