Sarà probabilmente martedì 24 settembre la giorata dell’anuncio ufficiale dei gruppi renziani Italia Viva, sia alla Camera che al Senato. I presidenti dei due rami del Parlamento, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, dovrebbero rendere nota in Aula la lettera con la firma dei rispettivi parlamentari che dichiareranno di aderire all’iniziativa di Matteo Renzi. Alla Camera, secondo quanto si apprende, il gruppo può contare al momento su 24 deputati, al Senato su 14. Ma i numeri possono cambiare fino a quando le adesioni non saranno formalizzate. A Montecitorio sarà costituito un gruppo autonomo poiché è soddisfatto il requisito richiesto di un numero di deputati superiore a 20.
Al Senato, in base al nuovo regolamento in vigore dallo scorso anno, per la costituzione del gruppo servono due requisiti, il numero degli aderenti almeno di 10 e il simbolo che deve essere stato presentato alle elezioni e deve aver prodotto eletti. La componente renziana non soddisfa il requistito del simbolo. La prima soluzione che si prospetta, quella che Renzi preferisce, è ottenere una deroga al regolamento da parte della Presidente del Senato. Che a sua volta, prima di decidere potrebbe interpellare il Consiglio di presidenza o la Giunta per il regolamento, essendo questo un caso inedito. In alternativa, Renzi sarebbe pronto a chiedere l’aiuto del senatore socialista Riccardo Nencini, che oggi fa parte del gruppo misto e che potrebbe concedere il simbolo del Psi, di cui ha piena disponibilità. Anche Nencini in queste ore starebbe lavorando per sondare l’orientamento del partito. Si tratterebbe di una ‘manovra parlamentare’ non di una forma di ‘assorbimento’ del Psi in Italia Viva. Il nuovo gruppo che eventualmente si costituirà, e che quindi vedrebbe anche l’adesione di Nencini in aggiunta agli altri senatori, porterebbe la doppia denominazione. Nell’eventualità che entrambe le strade dovessero risultare non percorribili, i renziani al Senato confluirebbero nel gruppo misto. Ma sembra una possibilità alquanto remota.
Intanto, la senatrice di Fi, Donatella Conzatti passa a Italia Viva. “Ho deciso di accettare l’invito che mi ha rivolto Matteo Renzi di partecipare sin dal principio, senza attese e tatticismi, alla fondazione di Italia viva. Una casa dei riformisti e dei liberaldemocratici, libera dalle contraddizioni interne mai risolte nel Pd e fieramente incompatibile con forze sovraniste che e’ ormai velleitario pensare di poter arginare con logiche diverse dalla contrapposizione politica”. Inevitabile la reazione degli azzurri. “Abbiamo difeso la scelta di libera coscienza della ormai ex collega di partito Donatella Conzatti nell’astenersi sulla fiducia a Conte e speravamo che restasse in Forza Italia per affermare quei principi Liberali, europeisti e non sovranisti che Silvio Berlusconi ribadisce ogni giorno – affermano il vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Massimo Mallegni e i senatori Dal Mas e Andrea Causin -. Purtroppo non e’ stato cosi’. L’unica cosa che ci sentiamo di dirle e’ che le battaglie si fanno dentro, non fuori ed in particolare non andando a sinistra”.
Più dura Michaela Biancofiore, parlamentare di Forza Italia. “Renzi, che proviene dalla Margherita come il suo fondatore Lorenzo Dellai, avrebbe dovuto interpellarlo prima di compiere il medesimo autogol che ho compiuto io, quando ho disgraziatamente ascritto, candidato e fatto eleggere Donatella Conzatti. Dellai mi disse pubblicamente: ‘sappiate che non fate un torto a lista civica nello sfilarcela che sara’ un problema per voi’. Mai frase fu piu’ profetica. La senatrice col suo fare apparentemente affabile, mieloso e accondiscendente – prosegue la coordinatrice regionale del Trentino Alto Adige – ora passera’ a seviziare anche Renzi e Italia Viva, appena la sua sfrenata ambizione non trovera’ soddisfazione”. “La senatrice infatti – sottolinea Biancofiore – non ha una linea politica, persegue una sola idea, se stessa al vertice di una qualsiasi formazione politica, anche della Lega se glielo consentissero. La Conzatti purtroppo ha un curriculum che ne evidenzia tutta la sua immoralita’ politica, saltellando da un partito all’altro incurante delle promesse fatte agli elettori che le hanno dato il mandato parlamentare grazie ad una precisa coalizione politica, il cui programma le era noto prima della candidatura. La senatrice di suo non ha infatti in voto anche se millanta che i voti sella lista civica di Monti in Trentino nel 2013 fossero o suoi e non di Dellai”.