Renzi fa saltare i nervi a Conte che sbotta: basta o è crisi, inaccettabile tuo comportamento

Renzi fa saltare i nervi a Conte che sbotta: basta o è crisi, inaccettabile tuo comportamento
5 ottobre 2019

“Renzi non è opposizione, gli chiedo correttezza”. Perché “è inaccettabile che uno senta il bisogno di rimarcare ogni giorno uno spazio politico” con la logica con cui lo sta facendo Renzi. “Questo ci precluderà la possibilità di andare avanti”. In un’intervista ad Avvenire Conte agita per la prima volta il fantasma di una nuova crisi di governo. Ma esclude in maniera netta l’ipotesi di un nuovo voto. “Andare a votare? I cittadini ci chiedono soluzioni ai problemi. E vogliono credere in una squadra che lavora per il bene comune”. Conte ragiona sulla “minaccia” Renzi ma boccia l’idea di un patto a due per disinnescarla. “Non devo fare un patto singolo con Renzi. Non è nella mia cultura politica fare patti singoli. Dico: né crostate, né merendine, né caminetti. Io non sono così. Poi se devo incontrare Renzi sono pronto, non ho nessuna difficoltà. Possiamo farlo una, due, venti volte… Ho incontrato anche Zingaretti. Ma il piano governativo è un’altra cosa: lì lavoro con i ministri e per le questioni più importanti con i capidelegazione. Parlo con loro, questo è il perimetro”.

Conte poi ragiona sul prossimo voto umbro, il primo test per il nuovo governo, per la nuova maggioranza centrosinistra-M5s: “È un voto utile come ogni verifica elettorale. È esagerato però parlare di laboratori. Il punto è che c’è un progetto politico che va costruito”. Precedentemente Renzi aveva risposto al premier che indirettamente l’aveva definito “fenomeno”, in modo ironico. “Leggo dichiarazioni polemiche e vedo commenti a senso unico nei talk show. Rispetto tutte e tutti. Mi limito a una considerazione: io stamani non ho fatto il fenomeno”, scrive Renzi su Facebook. “Il mio obiettivo non e’ giocare a fare il simpatico ma dare una mano al mio Paese: ci pagano per questo. Ho scritto in un articolo sul Corriere dei numeri. Dei dati. Delle proposte. Chi vuole rispondermi puo’ farlo sulla base dei numeri, se crede. O delle idee. Il populista gioca ad apparire simpatico, il politico prova a risolvere i problemi. Io ho scelto la politica e non il populismo”, aggiune Renzi.

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A innescare lo scontro a distanza tra il premier e Renzi era stato lo stesso Conte. Non lo dice chiaramente ma quando il presidente del Consiglio Conte sostiene che “non c’e’ bisogno di fenomeni” e che e’ sbagliato “mistificare la realta’” significa che vuole fermare – spiega anche un esponente del governo vicino al premier – subito un meccanismo che rischia di far precipitare subito tutto. Ovvero quello delle continue fibrillazioni che ci sono state tra M5s e la Lega che alla fine hanno bloccato l’azione riformatrice dell’esecutivo. O si cambia approccio o si torna al voto, cosi’ non si puo’ piu’ andare avanti, il ragionamento di chi non ha gradito i distinguo di Renzi e dei renziani sull’aumento dell’Iva. La tesi il premier l’ha spiegata piu’ volte: “Non c’e’ stata alcuna ipotesi di aumento, non e’ mai stato sul tavolo”. E dunque che ci sia qualcuno che abbia voluto intestarsi la vittoria di una partita che non e’ mai stata giocata nella sede del governo viene considerato un fatto grave. Da qui la sorta di ‘aut aut’ che e’ arrivato oggi dal premier ad Assisi in occasione della festa di San Francesco Patrono d’Italia.

Il Pd da tempo ha lanciato l’allarme sul pericolo che il desiderio di alimentare polemiche interne possa portare ad un cortocircuito. Anche per questo motivo Franceschini d’intesa con Zingaretti ha condiviso la posizione di Conte. Pur tuttavia tra molti dem ci sono perplessita’ sull’uscita del premier: in questo modo – questa l’osservazione anche di diversi ‘big’ – si da troppo spazio a Renzi, si fa il suo gioco. Ad essere perplessi sono soprattutto gli ex renziani che hanno deciso di rimanere nel partito. Pure i vertici M5s si sono schierati al fianco del Capo dell’esecutivo. Di Maio ha invitato tutti gli esponenti del governo ad abbassare le tensioni. “Mi fido di Conte”, ha sostenuto. Ma Renzi ai suoi ha spiegato che non rimarra’ in silenzio se il governo traccera’ una strada diversa da quella per la quale e’ nato.

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“Fino a quando Conte non aumenta le tasse puo’ stare tranquillo”, ha spiegato qualche giorno fa il senatore di Firenze. Al di la’ della ‘querelle’ sul taglio del cuneo fiscale (“Bisogna avere rispetto per i lavoratori”, l’osservazione del presidente del Consiglio alle perplessita’ espresse da Renzi), la navigazione della legge di bilancio sara’ il primo test della legislatura che lo stesso Renzi si augura arrivi fino al 2023. Il governo punta molto sul piano contro l’evasione mentre ‘Italia viva’ vorrebbe che si ritoccasse ‘Quota cento’. In vista ci sarebbe una stretta sulle misure riguardanti la flat tax finora portate avanti dal governo giallo-verde, ma si dovranno trovare altre coperture per far fede al programma. Con i renziani, per esempio, che puntano sul ‘Family’ act’ e il Pd sull’assegno unico per le famiglie.

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