Save the Children, ogni 7 secondi una “sposa bambina” a uomini più grandi di lei

Save the Children, ogni 7 secondi una “sposa bambina” a uomini più grandi di lei
8 aprile 2017

Nel mondo ogni 7 secondi una ragazza di meno di 15 anni di eta’ viene data in sposa a uomini spesso molto piu’ grandi di lei, a causa della poverta’ o di pratiche sociali discriminatorie, con conseguenze devastanti sulla vita delle ‘spose bambine’ e su quella dei loro figli: 70mila ragazze perdono la vita ogni anno per complicazioni durante la gravidanza – seconda causa al mondo di morte per le ragazze dopo i suicidi -, mentre i bambini che nascono da madri adolescenti hanno il 50% di probabilita’ in piu’ di morire nei primi giorni dopo il parto e il 15% di probabilita’ in piu’ di soffrire di malnutrizione cronica. Sono dati resi noti da Save the Children in coincidenza del “Women’s Forum on inequality and sustainable growth” a Roma. “Il mondo ha compiuto enormi passi in avanti per proteggere i bambini e garantire i loro diritti fondamentali – ha sottolineato il direttore generale Helle Thorning-Schmidt – ma sono ancora milioni coloro a cui il futuro continua a essere negato, semplicemente perche’ sono bambine e ragazze. Per questo guardiamo al G7 del 26 e 27 maggio a Taormina come una opportunita’ unica per accelerare i progressi realizzati per assicurare che i piu’ vulnerabili abbiano accesso all’educazione, alla salute, alla nutrizione e alla protezione, partendo proprio dalle bambine e dalle ragazze”. “Oggi, nel mondo, 62 milioni di ragazze sono escluse dall’educazione e piu’ di 3 milioni di donne e dei loro bambini potrebbero essere salvati ogni anno investendo nella sanita’ e nella nutrizione”, ha ricordato Helle Thorning-Schmidt.

In vista del Summit di Taormina, Save the Children chiede ai leader del G7 di “dar seguito agli impegni presi nella Dichiarazione di New York sui Rifugiati e i Migranti per garantire il rispetto dei diritti umani di tutti i rifugiati e i migranti, tra cui bambine e ragazze”. In particolare, l’organizzazione chiede di “porre fine alla detenzione dei minori, di assicurare ai bambini l’accesso a un’educazione di qualita’ entro i primi mesi dopo lo sfollamento, e di garantire il supporto necessario ai quei Paesi che salvano, ricevono e ospitano vasti numeri di rifugiati e migranti”. Le ragazze, in particolare, sono ad alto rischio di tratta se costrette a percorrere rotte migratorie pericolose cadendo in mano ai trafficanti, ed e’ dunque “fondamentale garantire sistemi di protezione adeguati lungo tutta la rotta migratoria”. “Conflitti e movimenti forzati di popolazione – sottolinea l’organizzazione – espongono ulteriormente le ragazze e le bambine a poverta’ estrema, abusi, violenze, sfruttamento, negando loro l’opportunita’ di andare a scuola e accedere a servizi sanitari di qualita’”.  In particolare, in un contesto di guerra “la probabilita’ che le bambine possano perdere la vita e’ 14 volte superiore rispetto agli uomini nelle stesse situazioni. In Siria, in particolare, 5,8 milioni di bambini vivono ancora sotto i bombardamenti, 2,3 milioni di minori sono fuggiti dal Paese e le bambine e le ragazze vengono spesso costrette dai propri genitori a sposare uomini piu’ grandi perche’ non possono piu’ occuparsi di loro generandone la disperazione che in alcuni casi le porta addirittura al suicidio”.

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