Schianto Ethiopian Airlines, ritrovate le scatole nere del velivolo. Procura Roma apre inchiesta

11 marzo 2019

Sono state ritrovate le scatole nere del velivolo Boeing 737-8 Max della Ethiopian Airlines che si e’ schiantato ieri subito dopo il decollo dall’aeroporto di Addis Abeba con a bordo 157 passeggeri e’ stata recuperata dagli investigatori sul luogo dell’incidente. La notizia giunge dopo che Ethiopian Airlines ha annunciato il ritiro a tempo indeterminato della sua flotta di velivoli Boeing 737-8 Max dopo l’incidente. E’ quanto reso noto dalla stessa compagnia in un comunicato. “Anche se non conosciamo ancora la causa dell’incidente, siamo stati costretti a mettere a terra la flotta come misura extra di sicurezza”, si legge nella nota, ripresa dalla stampa etiope. La decisione segue quella gia’ annunciata dall’Ente regolatore cinese dell’aviazione civile (Caac), che ha ordinato a tutte le compagnie aeree del paese di sospendere l’impiego dei veivoli Boeing 737 Max. Alla Ethiopian Airlines e alla Cina si aggiungono anche l’Indonesia e la Mongoli che fermano la propria flotta di Boeing 737 MAX 8 dopo la sciagura in Etiopia.

Intanto, la procura di Roma ha aperto un’inchiesta in relazione alla morte di otto italiani coinvolti nel disastro aereo di ieri del Boeing 737 della Ethiopian Airlines. Il fascicolo, coordinato dal procuratore Giuseppe Pignatone, e’ iscritto al momento senza indagati e senza ipotesi di reato. Fra le vittime dello schianto, avvenuto subito dopo il decollo del velivolo diretto verso la capitale keniota Nairobi, ci sono anche otto italiani, come confermato ieri dalla Farnesina. Fra le vittime, l’archeologo e assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia, Sebastiano Tusa, il presidente della rete di Ong Link 2007, Paolo Dieci, tre componenti della onlus bergamasca Africa Tremila (il presidente Carlo Spini, sua moglie Gabriella Vigiani e il tesoriere Matteo Ravasio), e tre impiegate presso le agenzie delle Nazioni Unite (Virginia Chimenti, Rosemary Mumbi e Maria Pilar Buzzetti).

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Tra i 33 passeggeri che viaggiavano verso Nairobi, le autorita’ hanno riferito la presenza di 32 kenioti, 18 canadesi, nove etiopi, otto cinesi, otto statunitensi, sette britannici, sette francesi, sei egiziani, cinque olandesi, quattro indiani, quattro slovacchi e due russi, dipendenti della banca Sberbank. Sul fronte delle prime indagini sul disastro aereo, si e’ appreso che il pilota del volo Ethiopian Airlines precipitato aveva comunicato le difficolta’ e chiesto il permesso di tornare indietro subito dopo il decollo. Lo ha reso noto l’amministratore delegato della Ethiopian, Tewolde Gebremariam, in una conferenza stampa ad Addis Abeba. Il pilota aveva ricevuto l’autorizzazione a rientrare, ma non ha fatto in tempo. “I controlli e la manutenzione di routine effettuati sul velivolo non hanno mai rivelato alcun problema”, ha sottolineato il manager che ha specificato che il Boeing 737 “era un aereo nuovo di zecca consegnato alla compagnia nel novembre del 2018”.

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