Erano in pochi ma la loro protesta e’ stata eclatante: una cinquantina di nazionalisti polacchi si sono presentati all’ingresso di Auschwitz, nel giorno della Memoria, per protestare contro la commemorazione “non inclusiva”, che “ricorda solo gli ebrei ma non i polacchi, i rom e i sovietici”. Trascinati dall’attivista Piotr Rybak, che in passato si era gia’ reso protagonista per gesti antisemiti, hanno tentato di fare irruzione nel luogo del memoriale dell’Olocausto per deporre una corona e onorare “le altre vittime”.
Sono stati fermati dalla polizia ma sono rimasti convinti delle proprie posizioni, forti anche da importanti appoggi esterni. Il premier polacco, Mateusz Morawiecki, ha dichiarato che la responsabilita’ dell’Olocausto va attribuita “alla Germania di Hitler, al Terzo Reich tedesco” e non semplicemente ai nazisti. “La Germania di Hitler si nutriva dell’ideologia fascista, ma tutto il male proveniva da questo Stato (tedesco) e non possiamo dimenticarlo, perche’ altrimenti relativizziamo il male”, ha affermato Morawiecki durante una cerimonia ufficiale ad Auschwitz. “Lo Stato polacco agisce da guardiano della verita’, che non deve essere relativizzata in alcun modo”, ha aggiunto.
Dall’altra parte, il ministro israeliano della Diaspora, Naftali Bennett, ha denunciato un aumento degli attacchi antisemiti in tutto il mondo, affermando che Israele dovrebbe “aiutare i milioni di ebrei della diaspora che si trovano ad affrontare sempre piu’ crimini antisemiti”. Il rapporto annuale del dipartimento sull’antisemitismo nel mondo registra, in particolare, un aumento significativo di casi in Francia e un numero record in Gran Bretagna. Secondo il rapporto, 13 ebrei sono stati assassinati nel 2018 in tre attacchi antisemiti, un numero record dagli attentati contro la comunita’ ebraica in Argentina negli anni ’90. Oltre alla sparatoria a Pittsburgh contro una sinagoga in ottobre con 11 morti, la relazione cita l’omicidio di Mireille Knoll, un’ottantenne ebrea uccisa a Parigi a marzo.