Il sottosegretario leghista alla Infrastrutture Armando Siri, indagato per corruzione nell’inchiesta sull’eolico e al quale il ministro M5s ha ritirato la delega sugli aeroporti per rafforzare la richiesta di sue dimissioni formulata dal vicepremier e leader M5s Luigi Di Maio, ha chiesto e ottenuto un incontro con in pm titolari dell’inchiesta su di lui all’esito del quale si dimetterà dal Governo “in assenza di novità” sulla sua situazione processuale nei successivi 15 giorni. Lo ha annunciato lui stesso in una dichiarazione diffusa dalla Lega pochi minuti prima dell’inizio della conferenza stampa convocata last minute dal premier Giuseppe Conte a palazzo Chigi. Il premier non ha ben digerito la decisione del sottosegretario leghista, annunciando che Siri è fuori dal governo.
“Ho valutato la necessità di dimissioni da parte del sottosegretario siri”, ha detto Conte, invitando la “Lega a non reagire in modo corporativo su caso Siri”. “Non mi voglio ergere a giudice del caso”, ha aggiunto Conte, annunciando che “porterò al prossimo Consiglio dei ministri, assumendone tutta la responsabilità politica, la revoca delle deleghe da sottosegretario di Siri”. Poi l’affondo: “ho letto le parole Siri ma dimissioni o si danno o non si danno”. “Se mi permettete credo di essere stato davvero molto molto esauriente”, e così il presidente del Consiglio ha terminato il suo intervento in sala stampa a Palazzo Chigi replicando ai giornalisti presenti che chiedevano di poter fare delle domande. “Non abbiamo aperto a domande”, ha aggiunto il suo portavoce Rocco Casalino. I giornalisti sono stati convocati a palazzo Chigi per “una conferenza stampa del presidente Conte alle 18.30”. Conte è arrivato in sala stampa con 40 minuti di ritardo, ha parlato per undici minuti annunciando la revoca della nomina a sottosegretario di Armando Siri, quindi è andato via senza rispondere alle domande.
Il sottosegretario, dal canto suo, ha spiegato che “dal primo momento ho detto di voler essere immediatamente ascoltato dai magistrati per chiarire la mia posizione. La disponibilità dei magistrati ad essere ascoltato c`è e confido di poterlo fare a brevissimo. Sono innocente, ribadisco di avere sempre agito correttamente, nel rispetto della legge e delle Istituzioni, e di non avere nulla da nascondere. Proprio per questo, vivo questa situazione con senso di profonda amarezza. Confido che una volta sentito dai magistrati la mia posizione possa essere archiviata in tempi brevi. Qualora ciò non dovesse accadere, entro 15 giorni, sarò il primo a voler fare un passo indietro, rimettendo il mio mandato, non perché colpevole, bensì per profondo rispetto del ruolo che ricopro”.