Arriva il decreto targato Di Maio-Bonafede sui rimpatri. Il provvedimento sara’ infatti presentato proprio oggi dal ministro degli Esteri e dal ministro della Giustizia alla Farnesina. Come anticipato dallo stesso Di Maio, gia’ ieri alla trasmissione “Diritto e Rovescio” su Rete 4, il decreto “ci permettera’ in quattro mesi di capire se le persone che arrivano possono stare qui o devono essere rimpatriate”. L’obiettivo del provvedimento, infatti, sara’ proprio quello di dar vita a un nuovo meccanismo sui rimpatri, vero tallone d’Achille secondo il ministro degli Esteri: “Siamo all’anno zero”, ha rimarcato. Un vecchio pallino del capo politico M5s che, gia’ nella precedente esperienza di governo con la Lega, aveva piu’ volte attaccato l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini su questo fronte, non nascondendo la sua delusione, per esempio, per il decreto Sicurezza bis “perche’ – spiegava nei mesi addietro – “non c’e’ nulla sui rimpatri”.
Per poi aggiungere: “Il tema non sono gli arrivi che abbiamo fermato”. Il mantra M5s da tempo era “fare di piu’ sui rimpatri”. In questa cornice, quindi, oggi, si conoscera’ nel dettaglio la ricetta Di Maio-Bonafede. La strada, come anticipato dal titolare della Farnesina, sara’ quella degli accordi con i Paesi di partenza dei migranti, puntando ad una lista piu’ corposa di porti sicuri dove rispedire chi non ha diritto di rimanere in Italia e spingendo l’acceleratore su quei Paesi della sponda mediterranea “che ormai sono democrazie che votano e con cui – ha precisato Di Maio – lavoriamo e abbiamo scambi commerciali tutti i giorni”. Insomma, se non proprio una marcia indietro rispetto alla politica dei porti chiusi, in auge nel governo Conte 1, di sicuro un cambio di orizzonte, se l’effetto atteso del nuovo provvedimento rispetto alla situazione precedente, e’, parola del ministro degli Esteri, “un esito certo e veloce” delle procedure di rimpatrio.
In questa cornice, quindi, oggi, si conoscera’ nel dettaglio la ricetta Di Maio-Bonafede. La strada, come anticipato dal titolare della Farnesina, sara’ quella degli accordi con i Paesi di partenza dei migranti, puntando ad una lista piu’ corposa di porti sicuri dove rispedire chi non ha diritto di rimanere in Italia e spingendo l’acceleratore su quei Paesi della sponda mediterranea “che ormai sono democrazie che votano e con cui – ha precisato Di Maio – lavoriamo e abbiamo scambi commerciali tutti i giorni”. Insomma, se non proprio una marcia indietro rispetto alla politica dei porti chiusi, in auge nel governo Conte 1, di sicuro un cambio di orizzonte, se l’effetto atteso del nuovo provvedimento rispetto alla situazione precedente, e’, parola del ministro degli Esteri, “un esito certo e veloce” delle procedure di rimpatrio. Ma a frenare gli entusiasmi di Di Di Maio, pensa il ministro dell’Interno. “L’immigrazione e’ un problema strutturale, nessuno ha la bacchetta magica – ha puntellato Luciana Lamorgese -. Sicuramente il decreto puo’ essere utile a diminuire i tempi medi ma e’ difficile ora dire se saranno di un mese o due mesi”.