Nel loro primo ‘compleanno’ i Gilet gialli tentano il rilancio del movimento con 270 diversi tipi di manifestazioni convocate in tutta la Francia, per questo fine settimana, in cui si celebra l’anniversario della loro nascita. Parigi il fulcro dove si sono date appuntamento “diverse migliaia” di manifestanti, come hanno fatto sapere le autorita’, la polizia ha ordinato alla Ratp, la societa’ che gestisce la metropolitana della capitale, di chiudere numerose fermate del metro’ e stazioni dei treni regionali. Le dimostrazioni di oggi, (“l’atto 53”), il sabato e’ il tradizionale giorno di protesta per i Gilet gialli, e quelle di domani, la data esatta dell’anniversario, vogliono essere un messaggio diretto all’Eliseo che il movimento rimane una forza con cui ci si deve confrontare e anche occasione per un rilancio. Proprio il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, “segue con attenzione quanto sta accadendo a Parigi” ha fatto sapere l’Eliseo. “Il presidente – si apprende – constata che non ci sono molti Gilet gialli a place d’Italie, ma soprattutto dei casseur”.
Alle 16, la polizia conta 105 persone fermate nelle varie manifestazioni in corso a Parigi dei Gilet gialli, soprattutto nella zona calda di place d’Italie dove le vetrine della Banca Hsbc sono state frantumate. Non lontano, delle pietre sono state lanciate contro le porte a vetri di un centro commerciale che era chiuso. In piazza, secondo la prefettura, ci sono soprattutto gli “ultra’ jaunes”, i Gilet gialli che si sono “radicalizzati” e ripetono ora le gesta che erano inizialmente dei black bloc. A place d’Italie, che e’ stata evacuata dalla polizia e dove ora e’ tornata una calma relativa, si spengono ancora i roghi accesi dai manifestanti: auto e scooter in fiamme, arredo urbano, transenne di cantiere, cassonetti e assi di legno incendiati. Ma i manifestanti si sono abbandonati anche a devastazioni e saccheggi di agenzie di banca – particolarmente gravi in un’agenzia HSBC – e alla distruzione di pensiline. Hanno subito una vera pioggia di sampietrini i pompieri che, a place d’Italie, tentavano di spegnere i roghi. Gruppi di manifestanti piu’ pacifici si sono opposti, intonando poi a piu’ riprese lo slogan “i pompieri con noi”.
Inseguiti da manifestanti con il volto coperto, due poliziotti sono stati costretti a rifugiarsi in una tintoria a boulevard Beaumarchais, non lontano da place de la Bastille. Soltanto l’arrivo dei rinforzi li ha sottratti ai manifestanti, che hanno sfondato le porte della tintoria utilizzando delle transenne da cantiere come ariete. L’episodio, filmato e finito in un video che sta facendo il giro dei social network, e’ avvenuto a margine del corteo che stava arrivando a place de la Bastille nel primo pomeriggio. Al momento in cui i due agenti si sono rifugiati nella tintoria, erano presenti nel locale alcuni clienti. Alcuni manifestanti, soprattutto i responsabili del servizio sanitario “street-medic”, hanno tentato di opporsi all’assalto contro la tintoria – secondo una giornalista presente – ma i poliziotti sono riusciti ad uscire soltanto dopo l’arrivo dei loro colleghi in rinforzo. Scontri anche a place de la Bastille, nel centro di Parigi, dove un corteo di Gilet gialli proveniente da Montmartre ha cercato di raggiungere la manifestazione che era stata autorizzata dalla prefettura, a place d’Italie. Quest’ultimo corteo, pero’, e’ stato vietato in extremis visti gli scontri e gli incendi sulla piazza che non accennano a diminuire. I manifestanti hanno bersagliato con sassi e oggetti la polizia, cercando di impedire l’intervento dei pompieri. Gli agenti hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni.
I LEADER DEL MOVIMENTO
Un anno dopo molti dei leader del movimento non hanno abbandonato la lotta, ma stanno portando avanti la contestazione seguendo anche altre strade, dal giornalismo alla politica passando per l’associazionismo.
– CHRISTOPHE CHALENCON: Considerato uno dei capofila della contestazione sociale, nel dicembre 2018 Chalencon assieme a cinque colleghi gilet gialli era stato ricevuto dal premier Edouard Philippe. Nel febbraio 2019, il suo nome e’ tornato alla ribalta per aver incontrato il leader del Movimento 5 Stelle, l’allora vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, scintilla di una lunga crisi diplomatica tra Parigi e Roma. Si e’ candidato alle europee, ma la sua lista “Evolution citoyenne” e’ stato un fallimento: nella regione nativa del Vaucluse ha ottenuto solo lo 0,5% dei consensi e 0,01% su scala nazionale. “Il movimento e’ stato infiltrato ovunque, fino alla spina dorsale, dalla sinistra radicale” deplora Chalencon, che oggi si definisce “Gilet giallo nel cuore, nella mente e nell’anima”. Continua la sua battaglia in difesa degli ideali attraverso l’impegno politico, ha lasciato il lavoro e a sostenerlo economicamente e’ la sua famiglia.
– ERIC DROUET: l’autostrasportatore originario delle banlieue parigine Eric Drouet, volto piu’ mediatico e controverso dei gilet gialli, e’ considerato l’ideatore della prima manifestazione del 17 novembre 2018, un rivoluzionario. E’ stato corteggiato dal mondo della politica, in particolare dall’oppositore di sinistra radicale Jean-Luc Me’lenchon, affascinato da questo trentenne “saggio e dall’estrema determinazione”. Ha creato il gruppo Facebook ‘France en cole’re’, al quale hanno aderito 300 mila persone. Prosciolto lo scorso settembre dalle accuse di “complicita’ in gruppo costituito per compiere danni e violenze” durante l’atto 6 del 22 dicembre, alla fine e’ stato condannato al pagamento di una multa di 500 euro per lo sfollagente trovato nel suo zaino. Il mese scorso, in un video, ha invitato vigili del fuoco, operai, agricoltori, disoccupati e lavoratori degli ospedali a convergere e manifestare a Parigi ma senza gilet. “Mettete i gilet gialli da parte, saranno i cittadini a scendere per le strade” ha dichiarato Drouet sui social.
– INGRID LEVAVASSEUR: l’infermiera 32enne, candidata alle elezioni europee, e’ considerata responsabile della scissione del movimento. Aggredita da un gruppo di gilet gialli, Levavasseur ha smesso di manifestare. Alle municipali del 2020 sara’ candidata di una lista di sinistra “Changer Louviers”. Ha creato due associazioni – una per aiutare le famiglie monoparentali e l’altra per le prossime elezioni – e pubblicato due libri sulla sua battaglia sociale, nei quali denuncia anche la violenza di alcuni compagni di lotta, che ha colpito anche lei.
– PRISCILLA LUDOSKY: Con la sua petizione contro l’aumento del prezzo dei carburanti, che ha raccolto un milione di firme, la 33enne Ludosky viene presentata come l’ispiratrice del movimento. Nel corso delle proteste dei gilet gialli ha optato per posizioni meno radicali, condannando le derive estremiste di alcuni gruppi. Ha cercato di ampliare le rivendicazioni iniziali, inserendo il tema della crisi climatica e per far confluire le varie lotte ha creato la piattaforma ‘Gilet cittadini’. Con altri il mese scorso ha scritto al presidente Emmanuel Macron per incontrarlo, ma e’ ancora in attesa di risposta.
– JACLINE MOURAUD: l’ipnoterapeuta 52enne e’ considerata una delle ispiratrici dei Gilet gialli, con il suo video “caccia ai conducenti” che ha ottenuto piu’ di 6 milioni di visualizzazioni su Youtube. Ha perso punti non appena ha esternato le sue ambizioni politiche, considerate dalla base un “tradimento”. Fondatrice del micro partito “Emergenti”, la sua traiettoria politica e’ stata sospesa dopo le dimissioni di alcuni membri del direttivo, che hanno criticato il suo “culto della personalita’”. Per l’agenzia France Presse Mouraud, gollista autoproclamata sogna di partecipare alle presidenziali 2022, come candidata “dei territori e delle campagne”. Oggi denuncia di essere vittima di minacce di morte quasi quotidiane e di aver perso tutto nella battaglia, costretta a vivere con meno di 500 euro al mese. Secondo lei “l’essenza del movimento e’ andata persa quando i Gilet gialli hanno applaudito i black bloc, lo scorso 16 marzo. Da molto positivo il movimento e’ diventato molto negativo e non puo’ ottenere risultati poiche’ privo di struttura”.
– MAXIME NICOLLE: L’ex autotrasportatore bretone e’ ancora in prima linea con i suoi live sui social, nei quali si presenta come ‘Fly Rider’, e partecipa a diverse manifestazioni sociali. Da settembre il gilet giallo lavora per la web tv QG: come cronista e reporter copre i cortei piu’ importanti con le sue riprese video. Ieri e’ uscito il suo libro presentato come una risposta alle critiche mediatiche. Al controverso Nicolle vengono attribuite tese complottistiche e la sua vicinanza con alcune pubblicazioni del Raggruppamento nazionale (Rn, estrema destra) non piace. Secondo lui il movimento puo’ ancora rinascere e diventare piu’ forte.
– JEROME RODRIGUES: ha perso un occhio nelle proteste, e’ diventato il simbolo della brutale repressione della polizia e i gilet gialli lo considerano il loro martire. Il danno irreversibile subito e’ al centro di un procedura giudiziaria tutt’ora in corso. Sul web e’ stato oggetto di cyberbullismo da parte di due gilet gialli che lo attaccano sempre e contro i quali sporgera’ denuncia. Inoltre e’ stato accusato di violenze coniugali, poi negate dalla moglie. Lo scorso agosto ha partecipato al contro vertice del G7 nel Paese basco. A settembre e’ tornato a manifestare per le strade di Parigi, sostenendo diverse cause, tra cui quella ambientalista di Extinction Rebellion. A questo punto Rodrigues auspica una convergenza delle varie lotte sociali in atto.