Toti: “Rivoluzione d’ottobre” ma niente scissione in Forza Italia

Toti: “Rivoluzione d’ottobre” ma niente scissione in Forza Italia
Giovanni Toti
6 luglio 2019

“Avremo la nostra rivoluzione d’ottobre”. Dopo aver evocato Mao Tse Tung quando ha parlato di “bombardare il quartier generale” di Forza Italia, Giovanni Toti, al culmine della kermesse del Brancaccio, scomoda la presa del potere da parte dei bolscevichi guidati da Lenin in Russia, per alzare la posta sulle primarie del prossimo autunno. Nonostante cio’, nel discorso tenuto di fronte a duemila persone, il governatore della Liguria ha sottolineato ancora una volta che la conquista del Palazzo d’Inverno azzurro non sara’ cruenta. Al contrario, puntera’ sulla forza delle idee di rinnovamento e quindi sul consenso. “Nessuno dica che Toti e’ contro Berlusconi, qui – ha tenuto a precisare il governatore – nessuno e’ contro Berlusconi. Berlusconi ha costruito non un partito ma un’era politica, la Seconda Repubblica. Quello che noi chiediamo a tutti, Berlusconi compreso, e’ di aiutarci a costruire la Terza Repubblica. Non siamo nemmeno qui – ha aggiunto – per dividere nessuno, ma anzi per riunire il centrodestra. La scissione dell’atomo interessa i fisici del Cern di Ginevra”.

La mappa delle anime di Forza Italia

Nessun intento scissionista, dunque, ma nemmeno indulgenza per un gruppo dirigente che, a suo avviso, sta ignorando la crisi profonda del partito: “In dieci anni – ha detto – con Forza Italia siamo passati dal 40 per cento al 6 per cento e qualcuno ancora dice ‘tutto sommato non e’ andata cosi’ male’. Stiamo andando verso lo zero assoluto. Siamo qui perche’ non possiamo andare avanti cosi”. Nello schema di Toti, certamente ai coraggiosi vanno ascritti Paolo Romani, Laura Ravetto, Osvaldo Napoli e Francesco Giro, parlamentari ed ex-parlamentari non di stretta obbedienza ligure che hanno manifestato il proprio interesse o aperto appoggio alla battaglia di Toti per l’azzeramento dei vertici di FI. Coraggiosi, poiche’ presenti, anche i parlamentari in carica, Daniela Ruffino, Giorgio Silli, i fedelissimi Manuela Gagliardi, Alessandro Sorte e Stefano Benigni, Massimo Berruti, il coordinatore della Liguria Sandro Biasotti e il senatore di Idea Gaetano Quagliariello, che e’ giunto assieme all’ex-collega e compagno di partito Carlo Giovanardi. Sempre tra gli “ex”, da segnalare Domenico Auricchio e Francesco Giro, oltre a Pietro Laffranco. Da considerare presente, anche se attraverso un video registrato, il sindaco di Genova Marco Bucci, mentre ha avuto grande successo l’arrivo coreografico di Vittorio Sgarbi, la cui presenza non era certa. Sgarbi ha fatto il pieno di selfie e, en passant, lanciato la propria candidatura alle primarie.

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Passando al fronte degli assenti, date per pacifiche le defezioni del gruppo dirigente azzurro tra cui l’altra coordinatrice Mara Carfagna (che in un primo tempo aveva dato la propria adesione alla manifestazione, salvo ritirarla pochi giorni dopo su verosimile indicazione di Berlusconi), da segnalare ci sono quelle di chi sembrava dovesse partecipare e, al pari di Mara Carfagna, ha optato infine per il dietro-front. Tra questi ci sono il neo-governatore del Piemonte Alberto Cirio, il coordinatore dell’Emilia-Romagna Galeazzo Bignami, altri dirigenti locali come i “laziali” Aracri e Antoniozzi, l’ex-sindaco di Ascoli Castelli e il sindaco di Catania Salvo Pogliese. Per quest’ultimo, e’ praticamente cosa fatta l’approdo a Fratelli d’Italia. Circa due mila partecipanti alla kermesse totiana nel corso della quale, Toti ha fatto partire l’artiglieria nei confronti degli attuali dirigenti: “Dobbiamo tornare ad essere un grande movimento di popolo, cio’ che non siamo piu’ stati negli ultimi anni. Abbiamo smesso di frequentare il popolo. Indignarsi dalle Maldive, a bordo piscina, per il reddito di cittadinanza, o fare vendemmia con le borse di Chanel, non funziona. Riarrotoliamo le maniche della camicia e torniamo a dare risposte a quel popolo – ha aggiunto -. Questa e’ la classe dirigente che dobbiamo selezionare”.

In quest’ottica, la questione cruciale resta quella delle primarie, che Toti vorrebbe fare e anche in fretta, nutrendo piu’ di qualche dubbio su un’analoga volonta’ del resto del partito: “La politica e’ davvero grande passione e non permetteremo a nessuno di uccidere questa grande passione. Io faro’ le primarie di centrodestra con chiunque le vorra’ fare Mi auguro che Forza Italia le voglia fare per migliorare se’ stessa e tornare a crescere. Spero che Forza Italia ci sara’. Questo partito se non fara’ qualcosa, semplicemente scomparira’. L’unica cosa che invidio al Pd – ha proseguito – sono le primarie, ma il Pd non ha fatto il bene di questo Paese. Vorrei fosse chiaro che non sto parlando di primarie di Forza Italia ma di primarie aperte a tutti. La classe dirigente del partito deve abituarsi all’idea di convivere in un luogo piu’ largo con piu’ persone. Non possiamo piu’ fare la parte della formica con la Lega che e’ un elefante”.

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Parole che hanno suscitato, per il momento, reazioni di segno generalmente positivo all’interno del partito. A partire da quella dell’altra coordinatrice Mara Carfagna, che inizialmente aveva annunciato la propria presenza alla convention ma che poi ha rinunciato: Carfagna ha plaudito alla vitalita’ incarnata da Toti, di cui Forza Italia non puo’ che beneficiare, ma ha anche invitato a non indulgere in “personalismi” che invece possono polarizzare e quindi nuocere al processo di rinnovamento del partito. Il primo vero banco di prova ci sara’ pero’ martedi’ prossimo, quando tutti i big del partito si siederanno attorno a un tavolo per iniziare a scrivere le regole del congresso e ad affrontare concretamente il nodo primarie.

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