Marcia indietro del ministro dell’Economia Giovanni Tria che il 27 febbraio in commissione Tesoro al Senato si è lasciato sfuggire un’espressione poco diplomatica nei confronti della Germania. Argomento del contendere le cosiddette norme di bail in, il meccanismo per il ‘salvataggio interno’ delle banche che secondo una direttiva europea è in vigore in Italia dal primo gennaio 2016 e che fu deciso quando in Italia era ministro Fabrizio Saccomanni, e in Germania Wolfgang Schauble, che secondo Tria avrebbe “ricattato” il collega italiano.
“Sulla norma sul bail-in, se vuole una mia opinione, credo che quando fu introdotto fossero quasi tutti contrari, a quanto so anche la Banca d’Italia che si oppose in modo discreto; dalle notizie che si hanno, in Italia allora era ministro Saccomanni, almeno ho letto da una sua dichiarazione che fu praticamente ricattato dal ministro delle Finanze tedesco, che se l’Italia non accettava si sarebbe diffusa la notizia che l’Italia non accettava perché aveva il sistema bancario prossimo al fallimento, il che significava avere il fallimento del sistema bancario.” ha detto Tria.
Il ministro, contrario al bail-in, più tardi ha ritrattato: una nota del Ministero nella serata del 27 febbraio comunicavaa “Con un espressione evocativa ma infelice il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, durante l informativa di oggi alla commissione Finanze del Senato, ha voluto fare riferimento a una situazione oggettiva in cui un rifiuto isolato dell Italia di approdare la legislazione europea sul bail-in avrebbe potuto essere facilmente interpretato come un segnale dell esistenza di seri rischi nel sistema bancario italiano. Con questo il ministro – concludeva la nota – non intendeva certamente lanciare un’accusa specifica né alla Germania né al ministro delle Finanze tedesco dell epoca”.