Donald Trump ha firmato la legge sul budget 2018, evitando lo shutdown – che sarebbe iniziato a mezzanotte – ma ha chiarito che “una legge così non la firmerò mai più”. Il presidente degli Stati Uniti ha esternato la sua insoddisfazione davanti ai cronisti, alla Casa Bianca, per un compromesso accettato, ma mal digerito, tanto che ore prima aveva minacciato su Twitter di porre il veto, visto che la legge non prevede i fondi per la costruzione del muro al confine con il Messico. Il presidente ha firmato la legge “per una questione di sicurezza”, “ma ci sono molte cose di cui non sono contento”. Trump l’ha definita “una situazione ridicola”, indicando la pila di fogli della legge sul budget, ovvero 2.232 pagine che sono state approvate in un giorno da Senato e Camera e arrivato poche ore prima alla Casa Bianca. “Non firmerò mai più una legge così. Non lo farò di nuovo. Nessuno l’ha letta. Ha solo poche ore”. In queste poche parole, è riassunto tutto il disappunto del presidente per la legge da 1.300 miliardi che finanzia il governo federale fino al 30 settembre.
“Ci sono molte cose che non avremmo dovuto mettere in questa legge, ma siamo stati, in un certo senso, forzati a farlo per sviluppare le nostre forze militari […] e ci sono cose che avremmo dovuto mettere e non ci sono” ha detto Trump, criticando i democratici. Il presidente ha poi confermato di aver pensato “molto seriamente al veto”, ma di aver abbandonato l’ipotesi pensando “all’incredibile crescita [di fondi] per le nostre forze armate”. Non avevamo altra scelta, se non finanziare le nostre forze armate, perché dobbiamo avere di gran lunga le forze armate più forti del mondo. E saranno le forze armate di gran lunga più forti che abbiamo mai avuto” ha detto Trump, vantandosi dei fondi “record” previsti per la difesa, settore a cui saranno destinati quasi 700 miliardi. “Stiamo spendendo molti soldi nella difesa missilistica. Tutti capite cosa sto dicendo?” ha chiesto retoricamente, facendo riferimento alle minacce nordcoreane e iraniane.
Nella mattinata statunitense, Trump aveva minacciato il veto sul budget approvato nella notte dal Congresso. “Sto considerando un VETO sulla proposta di budget ‘omnibus’ basato sul fatto che gli oltre 800.000 beneficiari del DACA sono stati totalmente abbandonati dai democratici (nemmeno menzionati nella proposta) e il MURO AL CONFINE, di cui c’è disperatamente bisogno per la nostra difesa nazionale, non è interamente finanziato” aveva scritto Trump su Twitter. Dalle 2.232 pagine della legge, era emersa l’assenza totale della questione Daca, ovvero il programma di Barack Obama cancellato dal presidente Donald Trump, che garantiva un permesso biennale e rinnovabile agli immigrati arrivati da bambini nel Paese senza permesso, chiamati Dreamers.
La fine del programma è stata per ora bloccata dai tribunali, lasciando pericolosamente in un limbo gli immigrati; la speranza di molti democratici e delle associazioni per i diritti civili era che si trovasse un’intesa per garantire un futuro certo a persone che vivono negli Stati Uniti da molti anni. Nel corso dell’ultimo fine settimana, la Casa Bianca aveva offerto un prolungamento di due anni e mezzo del Daca, in cambio di 25 miliardi di dollari per il muro. I democratici avevano respinto l’offerta, affermando di poter accettare il finanziamento del muro solo in cambio di un percorso verso la cittadinanza per i circa 690.000 Dreamers colpiti dalla fine del Daca e altre categorie di immigrati, per un totale di 1,8 milioni di persone.
La Casa Bianca, a sua volta, aveva respinto la proposta dei democratici. Poi, c’è stata un’offerta dello speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan: tre anni di estensione del Daca per 700.000-800.000 persone in cambio di tre anni di fondi per la costruzione del muro, ma i democratici hanno risposto di volere la protezione per 1,8 milioni di immigrati irregolari. Le negoziazioni si sono interrotte martedì sera. Nella proposta di budget sono quindi finiti solo 1,6 miliardi per il rafforzamento della sicurezza e la costruzione di barriere fisiche al confine, di cui 641 milioni per poco più di 50 chilometri di una nuova recinzione nella Valle del Rio Grande; i fondi non potranno essere usati per il nuovo muro – parola nemmeno presente nella legge – che Trump vuole al confine con il Messico e per cui sono stati costruiti dei prototipi che il presidente ha visionato pochi giorni fa in California.
Il presidente sembra ignorare il contenuto della legge: “Cominceremo a lavorare lunedì” sui progetti per il muro al confine. “Abbiamo 1,6 miliardi di dollari per il muro. È un finanziamento a breve termine, ma è immediato”. Nei mesi scorsi, Trump aveva più volte detto di voler proteggere i Dreamers, ma di volere in cambio i fondi per la costruzione (o, per meglio dire, il completamento) del muro con il Messico, il rafforzamento delle regole e dei controlli alle frontiere, la fine della migrazione a catena (la possibilità per un residente di sponsorizzare i parenti) e la cancellazione della lotteria per la Green Card, ovvero la residenza permanente. Il blocco deciso dai tribunali sulla fine del Daca aveva poi convinto Trump ad abbassare le pretese.