La Francia si presenta alle urne per l’elezione del nuovo presidente con l’incubo incombente del terrorismo islamista e nel segno dell’incertezza. Mentre il voto per il primo turno ha già avuto inizio ieri all’estero, con St. Pierre e Miquelon che hanno dato il via alle elezioni alle 8 del mattino locali, precedendo Guyana e Antille, l’esito finale resta più che mai incerto. I francesi sono chiamati a scegliere tra 11 candidati, ma la corsa all’Eliseo si restringe a 4 front-runner che, secondo gli ultimi sondaggi, si ritrovano raccolti in 3-4 punti percentuali: la leader dell’estrema destra e presidente del Front National, Marine Le Pen; il centrista europeista e fondatore del movimento En Marche! Emmanuel Macron; il vincitore delle primarie dei Républicains, il conservatore gollista Francois Fillon; l’esponente della sinistra radicale, leader del movimento La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, dato in rimonta. A guidare il plotone degli altri 7 inseguitori il socialista Benoit Hamon, che sconta l’insuccesso e l’impopolarità del presidente uscente, Francois Hollande.
Ma a far campagna elettorale, come detto, si è presentato anche il terrorismo internazionale dopo l’attacco sugli Champs-Elysées di Parigi, che ha causato la morte di un agente di polizia e il grave ferimento di altri due, uno spettro non esorcizzato dal gennaio 2015, dopo l’attacco terroristico a Charlie Hebdo. E che, in maniera piuttosto surreale quanto grottesca ha fatto concentrare animi, penne e sciacalli soprattutto su chi potrà o meno beneficiare di quell’ennesima ferita inferta alla Francia. Da tempo le questioni che più stanno a cuore degli elettori transalpini si sono polarizzate sui due grandi problemi che travagliano il mondo intero, sicurezza e crisi economica. Situazioni, comunque le si voglia affrontare, di difficile soluzione e anche per questo più di un quarto dei potenziali elettori non ha ancora deciso chi votare e se farlo. L’astensionismo si prevede infatti elevato. A garantire un normale svolgimento delle operazioni di voto nei 67.000 seggi elettorali, incrociando le dita, dovrebbero provvedere oltre 50mila tra poliziotti e gendarmi, appoggiati da 7.000 militari mobilitati nell’Operazione Sentinelle. Un compito che mette i brividi e che dovrà coprire tutto il periodo che va dal 23 aprile, data del primo turno, al 7 maggio, giorno del ballottaggio decisivo. Oltre al rischio terrorismo, le forze dell’ordine veglieranno anche su eventuali “eccessi o provocazioni causati da estremisti di ogni genere” prima, durante e dopo le operazioni di voto e di scrutinio”, ha detto il ministro degli Interni Matthias Feckl. L’organizzazione delle elezioni presidenziali in Francia costerà più del previsto alle finanze pubbliche. Mentre il costo iniziale delle scrutinio era indicato in 122,5 milioni di euro, il conto finale sarà attorno ai 223 milioni. Vale a dire 5,2 euro a elettore, invece dei 2,85 euro previsti, riporta Bfmtv. Con la chiusura dei seggi elettorali anche nelle grandi città, saranno annunciati i primi exit polls, quindi attorno alle 20.