Nel 2014 gli attacchi terroristici sono cresciuti di un terzo, il 35%, rispetto all’anno precedente con l’81% in più di morti. In totale ci sono stati 13.463 attacchi nel 2014 in cui sono morte 32.727 persone, da 9.700 assalti e 17.800 morti nel 2013. Lo sostiene il rapporto sul terrorismo pubblicato oggi dal dipartimento di Stato in collaborazione con il NationalConsortium for the Study of Terrorism and Responses to Terrorism della University of Maryland. facendo riferimento alla media mensile, gli attacchi sono 1.122 e i mesi con più violenze e morti sono stati maggio, giugno e luglio. Anche i rapimenti sono cresciuti: in tutto 9.400 persone sono state prese in ostaggio, tre volte i numeri del 2013. Per quanto riguarda i feriti, si parla di circa 34.700 persone in 95 paesi, soprattutto a causa delle violenze in Iraq, Afghanistan e Nigeria. Secondo il documento i numeri sono cresciuti soprattutto a causa dei conflitti e dell’instabilità in Iraq, Afghanistan, India e Nigeria, si legge nello studio, in cui si sostiene che anche la Siria ha largamente contribuito ad aumentare l’instabilità nella regione mediorientale. “Dobbiamo fare di più per dare una risposta al ciclo di violento estremismo e per trasformare il retroterra da dove questi movimenti terroristici emergono”, ha detto Tina Kaidanow, inviata degli Stati Uniti per il controterrorismo.
Uno dei principali elementi che emergono dall’analisi è lo Stato islamico, che proprio nel 2014 ha autoproclamato il califfato nei territori che controlla in Iraq e in Siria. L’espansione e la brutalità dello Stato islamico sono “senza precedenti” e pongono il gruppo jihadista davanti ad al Qaeda come leader del terrorismo globale, si legge nel rapporto. Entrambi i gruppi hanno adattato e trasformato le loro tattiche rendendo le loro azioni più brutali e difficili da prevedere. Proprio l’emergere dell’Isis ha fatto perdere terreno ad al Qaeda, soprattutto dove era presente e forte, in Afghanistan e in Pakistan. Un’altra parte dell’analisi si concentra sull’Iran. Nel 2014 Teheran ha continuato a sostenere e finanziare attacchi terroristici nel mondo, fornendo armi al regime siriano di Bashar al Assad, aiutando gruppi sciiti come Hezbollah in Libano e Hamas a Gaza. Questo nonostante il paese da tempo stia trattando con i paesi occidentali per arrivare ad un accordo sul nucleare che potrebbe far cadere le sanzioni e aprire al paese un nuova stagione di rapporti commerciali e politici con l’occidente. Il rapporto sostiene inoltre che Teheran abbia usato una milizia sciita in Iraq contro l’Isis, nel tentativo di indebolire il gruppo terroristico ma anche di “screditare i raid aerei della coalizione internazionale”. Proprio in Iraq ci sono stati 3.360 attacchi, con 10.000 morti, circa un terzo di tutte le persone uccise dall’estremismo nel mondo. Anche in Nigeria BokoHaram sta continuando ad espandersi e a commettere attentati. I miliziani islamisti da soli nel 2014 hanno messo a segno 662 attacchi causando 7.512 morti.