Nell’udienza al Palazzo di Giustizia di Mansura, in Egitto sul delta del Nilo, è stato oggi deciso il prolungamento di altri 15 giorni della custodia cautelare in carcere in cui viene tenuto dall’8 febbraio scorso con accuse di propaganda sovversiva Patrick George Zaki, l’attivista e ricercatore egiziano di 27 anni studente all’Università di Bologna. La prossima udienza è fissata al 7 marzo. Lo rende noto l’avvocato della sua famiglia. “Non ho mai scritto” i post su Facebook per i quali mi accusano di propaganda sovversiva. Lo ha detto – riferisce una fonte informata sul posto – Zaky, in aula nell’udienza al Palazzo di Giustizia di Mansura nella quale è stata prolungata di 15 giorni la sua carcerazione. Alla domanda del giudice: “E’ tuo l’account?”, Zaky ha risposto di “no”.
“È una decisione crudele e non necessaria, perché non c’è alcuna possibilità di inquinare prove o di modificare il corso delle indagini”. Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia all’Ansa, commenta la decisione del tribunale egiziano di prolungare di altri 15 giorni la detenzione preventiva di Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato al Cairo due settimane fa. Si apre “lo scenario peggiore”, dice Noury, “la mobilitazione sarà lunga”.
Il rinnovo della custodia cautelare in carcere per altri 15 giorni, per prolungare le indagini sul caso di Zaky, è lo scenario “peggiore” nel senso che questi rinnovi potranno andare avanti anche per mesi. “Una decisione brutta e crudele – spiega Noury – che non fermerà la mobilitazione per chiedere il suo rilascio”. “L’appello – aggiunge – è quello di rimanere tutti quanti mobilitati, di andare avanti così. Amnesty sta studiando nuove iniziative. Pensiamo che davanti a noi si apre una campagna di medio periodo che può durare anche mesi. Ognuno faccia la sua parte fino in fondo”.