Nicola Zingaretti e’ incoronato nuovo segretario del Pd. L’affermazione del governatore del Lazio contro Maurizio Martina e Roberto Giachetti e’ stata netta oltre ogni previsione, il 67 per cento dei consensi, e legittimato da una affluenza in linea con le ultime primarie celebrate dal partito, oltre un milione e ottocentomila persone. Centrati, dunque, i tre obiettivi che Zingaretti si era dato prima della giornata di oggi, ovvero vincere le primarie, vincerle con un margine che gli consentisse di governare il partito al di la’ delle lotte tra correnti, vedere la vittoria legittimata da una partecipazione importante da parte della base del Partito Democratico. Che la vittoria fosse acquisita lo si e’ capito poco dopo la chiusura dei seggi, quando Roberto Giachetti su Twitter fa sapere di aver chiamato l’avversario per complimentarsi con lui. A stretto giro, anche Maurizio Martina compone il numero di Zingaretti e, poco dopo su Twitter, assicura di voler lavorare “fianco a fianco” con lui per il bene del partito e del Paese.
Seguono i tweet di Matteo Renzi, che invoca lo stop al “fuoco amico” dentro il partito, e Paolo Gentiloni, ex presidente del Consiglio che fin dal primo minuto si e’ schierato con il Presidente della Regione Lazio. Zingaretti arriva alla domus attorno alle 22, accolto dall’ovazione dei suoi sostenitori e dalle note di Learning to Fly (Imparando a volare, ndr.) dei Foo Fighters, lo stesso brano scelto per lanciare la sua candidatura alla guida del partito, ai primi di ottobre, alla ex Dogana di Roma. “Viva la democrazia italiana che da’ lezione ogni volta che puo’. Sono contento per l’Italia”, le prime parole del governatore pronunciate davanti ai suoi sostenitori, riuniti alla Domus Circo Massimo per attendere il responso dei gazebo, prima di lanciarsi in una lunga serie di ‘grazie’: “Grazie all’Italia che non si piega e che vuole arginare un governo pericoloso: sembra che a queste primarie abbia votato lo stesso numero di cittadini, se non di piu’, delle ultime. Un dato veramente straordinario. MI darebbe una percentuale che oscilla tra il 65% e il 70% del consenso. Ringrazio Giachetti e Martina per le telefonate ricevute poco fa e perche’ credo che abbiano dato una buona immagine del confronto nella battaglia politica”.
Ma quello che disegna il segretario in pectore del Pd e’ un proprio, personale, pantheon che va dai “partigiani” al “movimento femminista” passando per “il Sud lotta contro la mafia”. Un intervento lungo, durato quasi 30 minuti, in cui Zingaretti si e’ soffermato molto sull’impronta che dara’ al suo mandato al Nazareno: “Io non mi considero un capo, ma il leader di una comunita’ che dovra’ stare in campo. Io penso ai delusi, a coloro che un anno fa non sono andati a votare ma oggi erano in fila ai gazebo, a coloro che ci hanno frainteso, che hanno votato altre forze politiche. Penso a loro perche’ ho visto in questo enorme risultato un primo segnale: molti sono tornati, stanno tornando. Dobbiamo costruire un nuovo Pd, un campo largo per voltare pagina In questo Paese”.