Parte domani a Davos la 48esima edizione del World Economic Forum: il meeting annuale durera’ fino a venerdi’ e vedra’ la partecipazione del gotha politico ed economico mondiale. Oltre 3.000 gli invitati, tra cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che partecipera’ ai lavori giovedi’ prossimo. Per l’Italia saranno presenti, oltre ai manager e ad altri imprenditori, il premier Paolo Gentiloni e il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Ecco le 10 cose da sapere su Davos.
1) DOVE E’ DAVOS. E’ una cittadina delle Alpi svizzere, nel Cantone dei Grigioni, molto nota come localita’ sciistica. Nell’Ottocento era famosa per ospitare nosocomi di un certo livello: pare che Thomas Mann, che aveva la moglie li’ ricoverata, avesse tratto ispirazione per la sua “Montagna incantata” durante uno dei suoi soggiorni. Generalmente la terza settimana di gennaio Davos ospita il Meeting annuale del World Economic Forum (WEF), un’organizzazione no profit svizzera, che comprende l’e’lite imprenditoriale e politica mondiale. I delegati (che devono essere invitati) includono leader politici, dirigenti e il personale senior delle principali compagnie internazionali, compresi gli hedge fund, le banche, la tecnologia e le grandi case farmaceutiche, nonche’ i principali studiosi e politici. Per cinque giorni, questa piccola cittadina di montagna viene presa letteralmente d’assalto e bloccata. Impossibile muoversi senza essere controllati da un corpo permanente di cecchini dell’esercito svizzero (saranno 5.000) con ai piedi scarponi da sci, molti dei quali appostati sui tetti che si affacciano sulle sedi delle conferenze e sugli hotel. La gente del posto dice che e’ un ottimo momento per sciare in quanto le piste rimangono per la maggior parte inutilizzate. Trovare una stanza d’albergo potrebbe pero’ rivelarsi difficile se non si partecipa al forum.
2) COSA E’ L’ANNUAL MEETING DEL WEF. Il convegno ha cadenza annuale fin dal 1971. Quell’anno si tenne l’European Management Symposium, una conferenza accademica, economica e di gestione presieduta da Klaus Schwab: professore di origine tedesca dell’Universita’ di Ginevra, era tornato da un anno ad Harvard e voleva condividere la sua nuova esperienza nei sistemi di gestione degli Stati Uniti. Il primo forum richiamo’ 450 persone. Nel corso degli anni, e’ cresciuto. Il forum ha invitato i politici per la prima volta nel 1974 e nel 1976, per poi estendere l’adesione a CEO e dirigenti d’azienda di oltre 1.000 aziende leader nel mondo. La fondazione divenne il World Economic Forum nel 1987. Quest’anno e’ alla sua 48esima edizione.
3) QUANDO SI TIENE. Generalmente, si svolge nella terza settimana di gennaio. Quest’anno, dal 22 al 26.
4) GLI INVITATI. Non e’ facile per gli amministratori delegati delle principali societa’ del mondo cancellare cinque giorni interi dalle loro agende; alcuni restano solo un giorno o due. Tuttavia, il primo “Davos” si tenne in tempi meno ‘rapidi’ rispetto ad oggi e duro’ ben due settimane. Partiamo dai monarchi: il re Filippo del Belgio e sua moglie, la regina Mathilde, e il principe ereditario norvegese Haakon e la principessa Mette-Marit sono sulla lista degli ospiti. I re Abdullah II di Giordania e la regina Rania sono clienti abituali di Davos. La regina Massima dei Paesi Bassi presta il suo imprimatur reale e funge anche da avvocato speciale dell’Unita’ per la finanza inclusiva. Tra i politici, oltre Trump, quest’anno ci sono il primo inistro britannico Theresa May, il presidente afgano Mohammad Ashraf Ghani, il presidente ucraino Petro Poroshenko, il presidente della Columbia, Juan Manuel Santos, il primo ministro pakistano, Muhammad Nawaz Sharif, il presidente sudafricano, Jacob Zuma, e il presidente cinese, Xi Jinping. Oltre ai manager delle piu’ importanti aziende internazionali, saranno presenti tra gli oltre 3.000 nomi, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, e il direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio, Roberto Azevedo. Ma anche il presidente della Banca mondiale, Jim Yong Kim, il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, e il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, sono sulla lista degli ospiti. Inoltre, Davos ha sempre avuto la sua spolverata di celebrita’ del mondo dello spettacolo. Matt Damon, Goldie Hawn, Leonardo Di Caprio, Kevin Spacy e Bono sono solo alcuni dei nomi che sono sfilati a Davos. Quest’anno verranno premiati per il loro impegno nel sociale Elton John e Cate Blanchett. Tra gli assenti degni di nota, sempre in quest’edizione, figurano la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e l’ex presidente francese, Francois Hollande.
5) GLI ITALIANI PRESENTI. Figurano nella lista degli invitati gli italiani Emma Marcegaglia, presidente dell’Eni, Claudio Descalzi ad di Eni, Alberto Nagel ad di Mediobanca, Francesco Starace ad di Enel, Carlo Messina ad di Intesa Sanpaolo, Claudio Costamagna presidente di Cdp, Fabio Gallia ad di Cdp, Davide Serra ad di Algebris, Philippe Donnet ad di Generali, Carlo Cimbri ad di Unipol, Mario Greco ad di Zurich, Vittorio Colao ad di Vodafone, Andrea Illy presidente di Illy, Nerio Alessandri presidente di Technogym e Paolo Merloni presidente di Ariston Thermo.
6) DI COSA SI PARLA. Le discussioni di Davos sono sempre piene di idee e alcune arrivano a buon fine. I ‘Grandi’ trascorrono la settimana a rimuginare sulle principali sfide mondiali e su come vincerle. A margine, si incontrano, si salutano e fanno un sacco di affari. L’accordo nordamericano di libero scambio – che collega Stati Uniti, Canada e Messico – e’ stato inizialmente proposto in una riunione informale per i leader politici a Davos. Ogni anno si affronta un argomento diverso, in quest’edizione si parla di ‘Creating a Shared Future in a Fractured World’ ossia di “Come creare un futuro condiviso in un mondo fratturato”, ma sono oltre 400 i panel in programma nel corso dei quali verranno affrontati i temi piu’ disparati.
Non si parla solo di economia, ma dei temi piu’ vari, dalla cybersecurity all’ambiente passando al sociale.
7) PRESIDENTI USA. La novita’ di quest’anno e’ sicuramente la presenza di Donald Trump. Nella storia degli Usa, Ronald Reagan si e’ unito al gruppo di Davos diverse volte, ma solo tramite collegamento video. Il primo presidente statunitense che si e’ seduto a Davos e’ stato Bill Clinton nel 2000. Il presidente George Bush – padre e figlio – non e’ mai venuto al villaggio nelle montagne svizzere, e nemmeno il presidente Barack Obama.
8) BADGE. C’e’ una vera e propria gerarchia dei badge del WEF. I capi di stato, di regalita’ e di alto livello hanno i distintivi piu’ ambiti: badge in bianco. Arancione (media), viola (personale tecnico), verde (funzionari che accompagnano i capi di stato) e distintivi grigi (per coniugi e partner di tassi bianchi) offrono un accesso piu’ limitato.
9) METEO. Le temperature scendono a -15 o -17 gradi a Davos e gli invitati al forum possono usufruire di speciali navette per gli spostamenti. Benche’ brevi, non sono molto consigliabili per l’alta probabilita’ di cadute sui sentieri ghiacciati.
10) CURIOSITA’. Il fondatore del forum, Klaus Schwab, potrebbe essere l’unica persona ad aver riagganciato il telefono a un presidente francese. Negli anni ’70 chiese alla sua segretaria di chiamare “signor Giscard d’Estaing”. Voleva parlare con Olivier Giscard d’Estaing, l’uomo responsabile della business school Insead. Invece la chiamata fu fatta al palazzo dell’Eliseo, e Schwab fu messo in contatto direttamente con l’allora presidente francese, Valery Giscard d’Estaing. Sentendo la voce del presidente, Schwab ando’ nel panico e mise giu’ il telefono. Altro aneddoto: l’ex primo ministro britannico, Edward Heath, fece la sua apparizione nel forum come direttore d’orchestra, assumendo la direzione della Zurich Chamber Orchestra in un concerto di beneficenza nel 1979, anche se il suo compito principale in quell’anno era di fungere da presidente del forum. Ma, grazie al forum, sembra che si sia sventata anche una guerra. L’ex primo ministro turco, Turgut Ozal, sostiene che Davos impedi’ che il suo Paese entrasse in conflitto con la Grecia. Quando nel 1987 le tensioni tra i due Paesi si intensificarono, non si arrivo’ a una guerra aperta perche’ l’anno precedente Ozal aveva conosciuto al Forum il suo omologo greco, Andreas Papandreou, capendo che si sarebbe potuto fidare di lui.