di Barbara Acquaviti
A qualcuno è venuto persino il sospetto che lo faccia volutamente. “Hai sentito cosa ha detto? Che potrebbe fare l’assessore in una giunta guidata da Giachetti o Raggi, ma come si fa?”. E a poco è valsa la precisazione fatta poco dopo (“Era un’espressione paradossale”), perché dentro Forza Italia, la questione Guido Bertolaso, è tornata all’ordine del giorno. Eppure, appena sabato, Silvio Berlusconi aveva blindato in un modo che pareva definitivo la candidatura dell’ex capo della Protezione civile a sindaco di Roma. Ma la nuova gaffe non ha fatto altro che rinfocolare i dubbi di una classe dirigente che già su questo punto si era spaccata in due. Lo scoramento, d’altra parte, è anche in coloro che durante l’ufficio di presidenza lo avevano sostenuto, schierandosi contro il cosiddetto asse del Nord, capitanato da Paolo Romani e Giovanni Toti, che chiedeva invece una convergenza sulla candidatura di Giorgia Meloni in nome dell’unità del centrodestra. Di fatto, la prima conseguenza pratica, è che non si riescono a trovare big romani pronti a mettere la faccia su questa campagna elettorale, come invece è accaduto a Milano dove Mariastella Gelmini è capolista. L’unico finora ad essersi “candidato” è infatti Renato Brunetta. Le liste, secondo un timing stabilito la settimana scorsa, dovrebbero però essere presentate il 29 aprile, anche se c’è tempo ancora fino al 5 maggio.
Silvio Berlusconi è tornato nella Capitale e in programma c’è anche un incontro con Bertolaso. La nuova gaffe dell’ex capo della Protezione civile non è piaciuta nemmeno al Cavaliere e il bivio è lì davanti: o si dà un drizzone alla sua campagna elettorale oppure andare avanti così diventa un suicidio politico. Per quanto possa sembrare paradossale, dunque, persino la decisione che sembrava definitiva è tornata sub judice. Proprio ieri Bertolaso ha detto che è “scaduto” il tempo per ipotizzare un ticket con Alfio Marchini, ma il nome dell’imprenditore continua a trovare sponsor tra gli azzurri. Il punto è che qualsiasi scelta diversa dall’ex capo della Protezione civile, farebbe ripiombare Berlusconi nel vortice dello scontro tra fazioni di Forza Italia. D’altra parte i toni all’interno del centrodestra a tutto fanno pensare tranne che all’ipotesi di un imminente riavvicinamento. Anzi, il leader della Lega, Matteo Salvini, non fa altro che affondare il colpo su Berlusconi, usando un argomento che sarà sicuramente una costante delle prossime settimane. A suo giudizio, infatti, è “evidente” che Renzi ha il potere di ricattare le aziende di Berlusconi. L’arma – dice – sarebbe la legge sui diritti tv del calcio. D’altra parte, se c’è un pensiero davvero in cima ai pensieri dell’ex premier in questo momento sono le sue società, compreso il Milan e la sua vendita.