Basti pensare a quelle attività che comportano la necessità di avvicinare il mondo femminile nei territori islamici, che può avvenire solo tramite il militare donna e/o il personale femminile in generale (ad esempio nelle attività di check-point e di ricerca nei centri abitati; oppure l’attività dei medici militari di sesso femminile in teatri, quali l’Afghanistan e l’Iraq, per la risoluzione delle problematiche sanitarie delle donne, nel rispetto della loro cultura e religione). A poco più di quattordici anni dal primo reclutamento, la presenza delle donne nelle Forze Armate, ha apportato allo strumento militare “quel cambiamento culturale necessario che l’intera società richiedeva. Le esperienze finora accumulate sono molto positive ma ancora -conclude la relazione governativa- non si può dire concluso il processo della piena e completa integrazione del personale femminile e della giusta valorizzazione dei ruoli e delle funzioni da esse svolte”.