A Favignana con Zio Peppe, l’ultimo custode della tonnara Florio

A Favignana con Zio Peppe, l’ultimo custode della tonnara Florio
11 ottobre 2016

“Sono entrato nel 1962 come imbianchino, sono 54 anni che vivo qui dentro. Grazie a Dio fino ad adesso mi sono trovato bene, domani ci penserà Dio.” Giuseppe Giangrasso è l’ultimo baluardo di un tempo che fu: Zio Peppe, tutti lo chiamano così, è il custode della tonnara Florio a Favignana. Testimone diretto di un’epoca lontana, in cui lo stabilimento ittico contava addirittura più lavoratori della Fiat di Torino, Zio Peppe da 54 anni lavora all’interno della tonnara, accogliendo oggi i turisti che, soprattutto in estate, approdano sulla maggiore delle Egadi per trascorrere le vacanze e ritrovare i sapori di tempi antichi. La tonnara Florio, con i suoi 32mila mq, è una delle più grandi del Mediterraneo, ma è andata in pensione nel 1982, divenendo un vero e proprio tempio di archeologia industriale.

All’interno dell’edificio sono ancora custodite le leggendarie muciàre e i vascèddi , le grandi barche in legno lunghe dai 17 ai 20 metri, che fecero grande la tradizione della mattanza interrotta nel 2007. Le grandi caldaie e gli alti fumaioli testimoniano, poi, il fermento dei giorni di pesca, quando migliaia di tonni venivano catturati. “Il tonno è come il maiale: non si butta via niente – ha raccontato il custode – Venivano appesi con la coda in alto e la testa in giù. All’indomani squartavamo 15, 20 tonni alla volta”. Poi i tonni erano lavorati sott’olio tra queste mura, per essere successivamente inscatolati e spediti in tutto il mondo. Mura che trasudano storia, come lo spazio destinato al museo, con sale multimediali dedicate alla battaglia delle Egadi, e al racconto della vita nell’arcipelago trapanese.

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