A Favignana con Zio Peppe, l’ultimo custode della tonnara Florio
LA STORIA Giuseppe Giangrasso è testimone diretto di un’epoca lontana, in cui lo stabilimento ittico contava addirittura più lavoratori della Fiat di Torino video
“Sono entrato nel 1962 come imbianchino, sono 54 anni che vivo qui dentro. Grazie a Dio fino ad adesso mi sono trovato bene, domani ci penserà Dio.” Giuseppe Giangrasso è l’ultimo baluardo di un tempo che fu: Zio Peppe, tutti lo chiamano così, è il custode della tonnara Florio a Favignana. Testimone diretto di un’epoca lontana, in cui lo stabilimento ittico contava addirittura più lavoratori della Fiat di Torino, Zio Peppe da 54 anni lavora all’interno della tonnara, accogliendo oggi i turisti che, soprattutto in estate, approdano sulla maggiore delle Egadi per trascorrere le vacanze e ritrovare i sapori di tempi antichi. La tonnara Florio, con i suoi 32mila mq, è una delle più grandi del Mediterraneo, ma è andata in pensione nel 1982, divenendo un vero e proprio tempio di archeologia industriale.
All’interno dell’edificio sono ancora custodite le leggendarie muciàre e i vascèddi , le grandi barche in legno lunghe dai 17 ai 20 metri, che fecero grande la tradizione della mattanza interrotta nel 2007. Le grandi caldaie e gli alti fumaioli testimoniano, poi, il fermento dei giorni di pesca, quando migliaia di tonni venivano catturati. “Il tonno è come il maiale: non si butta via niente – ha raccontato il custode – Venivano appesi con la coda in alto e la testa in giù. All’indomani squartavamo 15, 20 tonni alla volta”. Poi i tonni erano lavorati sott’olio tra queste mura, per essere successivamente inscatolati e spediti in tutto il mondo. Mura che trasudano storia, come lo spazio destinato al museo, con sale multimediali dedicate alla battaglia delle Egadi, e al racconto della vita nell’arcipelago trapanese.