Scontri tra manifestanti e poliziotti nel centro storico di Firenze mentre, nella zona di Porta al Prato era in corso la Leopolda, la kermesse renziana giunta alla settima edizione. Al grido di “Renzi non ti vogliamo”, i gruppi riuniti sotto lo slogan “Firenze Dice No”, hanno cercato di forzare il muro umano delle forze dell’ordine per arrivare alla Leopolda, per un tragitto che la Questura nei giorni scorsi non ha autorizzato. Dopo un fitto lancio di lacrimogeni e alcune cariche, è di un ferito lieve e di due contusi tra le forze dell’ordine e di un numero imprecisato di contusi tra i manifestanti il bilancio dei tafferugli a Firenze. Uno dei manifestanti è stato fermato e portato in questura. Tra le forze dell’ordine alcuni contusi non sono ricorsi alle cure mediche. Il poliziotto ferito lievemente è stato colpito ad una gamba, forse da un grosso petardo in Piazza San Marco, dove è stato fermato il manifestante. Gli altri due agenti sono rimasti contusi nei tafferugli tra via della Colonna e via della Pergola.
“Lo abbiamo già detto ieri e lo ribadiamo ora non accettiamo il divieto imposto dal questore, il concentramento è previsto per le 15 ed è nostra intenzione arrivare alla Leopolda”. E’ quanto sosteneva in mattinata Luca Toscano, uno degli organizzatori della manifestazione con lo slogan ‘No a Renzi, No al referendum’. Secondo gli organizzatori della manifestazione “il presidente del Consiglio continua con la sua idea folle verso questa città e verso il Paese che considera il cortile di casa sua”. Alla manifestazione hanno partecipato anche rappresentanti arrivati da Venezia (il comitato No alle grandi navi), dalle Marche, dalla Campania: “Siamo qui per rappresentare una realtà sociale che alla Leopolda non è rappresentata quella dei giovani che lavorano con i voucher, della persone sotto sfratto, la nostra è una piazza aperta”, hanno aggiunto gli organizzatori della manifestazione. “Cogliamo l’occasione – continuano gli organizzatori – per annunciare una grande manifestazione il 24 novembre a Roma, con un concerto, musica e parole per dire No alla riforma Costituzionale”. “Oggi in Italia c’è un problema di democrazia – spiegano ancora -, ma da oggi dobbiamo decidere noi, il popolo quali sono i nostri bisogni e la riforma costituzionale va nella direzione opposta”. “Siamo qua – hanno concluso – per dire che se Renzi vuole confrontarsi con noi nel merito delle riforma noi siamo a Firenze e vogliamo andare alla Leopolda”. Tra i manifestanti anche gli esponenti del Comitato contro il salva-banche. Numerosi gli striscioni contro Renzi ed il governo.
La manifestazione si è conclusa intorno alle 17. Immediata la reazione di condanna dalla Leopolda. E’ stato lo stesso sindaco di Firenze a puntare il dito: “Manifestare è un diritto ma usare la violenza e attaccare la città solo per avere visibilità è meschino e vergognoso. Giù le mani da Firenze”, ha scritto Dario Nardella in un tweet rilanciato dallo stesso premier Matteo Renzi. E in un altro sempre il sindaco ha aggiunto: “Persone incappucciate che usano violenza contro la città sono inqualificabili. Dire no è legittimo, sfasciare Firenze è inaccettabile”. Concetto poi ribadito dal palco. “Va bene il dissenso ma mai attaccare una città, mai minacciare le persone. Questo non è accettabile in un paese democratico, nella mia città”, ha detto il sindaco tra gli applausi della platea leopoldina. Ai gruppi organizzati sotto lo slogan “Firenze dice no” è stato impedito, già nei giorni scorsi, dalla Questura di arrivare in prossimità della Stazione Leopolda. Dopo la concentrazione avvenuta in piazza San Marco, a circa due chilometri da dove si svolge la kermesse renziana, i manifestanti, circa mille, hanno tentato di varcare il centro fiorentino ma sono stati bloccati in via Cavour.