Con la caduta di Aleppo, l’ultima frontiera dei ribelli in Siria diventa la provincia nord-occidentale di Idlib, vicino al confine con la Turchia. E’ li’ che si dirigono i fuoriusciti di Aleppo est ed li’ che le truppe di Bashar al-Assad sferreranno l’offensiva finale per sconfiggere la rivolta armata iniziata nel 2011. Se Raqqa e’ la capitale sempre piu’ isolata del Califfato dell’Isis, la citta’ di Idlib dal marzo 2015 e’ sotto il controllo di un’ampia coalizione di gruppi d’opposizione, il cosiddetto “Esercito della conquista”, in cui Al Nusra ha un ruolo predominante. Non a caso questo territorio era stato ribattezzato ‘piccolo emirato’ quando i ribelli controllavano un’area che dal governatorato settentrionale arrivava fino al nord di Hama. Idlib si trova 60 chilometri a sud-ovest di Aleppo: prima della guerra contava 150.00 abitanti fra cui 1.300 cristiani, ora sono molti meno e di cristiani non vi e’ piu’ traccia.
AL QAEDA Il grosso dei combattenti rimasti nella provincia fa capo a milizie fondamentaliste: anzitutto Al Nusra, nata come filiale di Al Qaeda in Siria, che dal 2013 ha rotto con l’Isis a cui ha dichiarato guerra, e nel luglio scorso ha preso le distanze dalla stessa Al Qaeda sta scegliendo il nuovo nome di Jabahat Fateh al-Sham (Fronte per la conquista del Levante) per sfuggire alle sanzioni internazionali; poi Jabat Samiah, Ahrar Shams e Noureddin Zinky. Sono decine le sigle salafite e di altri gruppi fondamentalisti sunniti spuntate in Siria dalla fine del 2011, dopo il declino dell’esercito ‘moderato’ nato dalle proteste antigovernative della Primavera araba. Molti miliziani sono arrivati da Turchia e Giordania a irrobustirne le file mentre per lungo tempo dalla frontiera turca sono transitati aiuti e armi dai Paesi della regione che sostengono la guerra contro Assad.
CONCLUSA EVACUAZIONE Intanto, secondo il Centro per la Riconciliazione delle Parti Belligeranti, organismo di mediazione che dipende dal ministero della Difesa russo, si e’ conclusa l’evacuazione dai quartieri orientali di Aleppo degli insorti disposti a deporre le armi e dei loro familiari. Nell’ex capitale economica della Siria restano soltanto un gruppo di combattenti “radicali” decisi a resistere fino alla fine. “Tutte le donne e i bambini sono stati evacuati dai quartieri di Aleppo che erano controllati dai militanti”, si legge in una nota diffusa dallo stesso Centro. “Oltre 4.500 militanti e 337 feriti sono stati trasportati in territorio” esterno alla citta’, si precisa nel comunicato, “Unita’ dell’Esercito siriano proseguono la liberazione di alcuni quartieri ove si trovano elementi radicali”. Poco prima tuttavia fonti delle forze di sicurezza di Damasco avevano comunicato la sospensione delle operazioni, riguardanti anche i civili, motivandola con il mancato rispetto degli accordi da parte dei ribelli. La sospensione era poi stata confermata dall’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanita’, e del Comitato Internazionale della Croce Rossa.