Non si sa quando si andrà a votare per le elezioni politiche ma la campagna elettorale si riaccende periodicamente con fiammate polemiche dentro e fuori dal Parlamento. E’ scontro alla Camera dopo che la maggioranza parlamentare boccia, in ufficio di presidenza della Camera, la proposta del Movimento 5 stelle per equiparare le pensioni dei deputati a quelle dei lavoratori comuni mentre approva una delibera alternativa, presentata da Marina Sereni (Pd), che invece interviene per tre anni con un taglio sui vitalizi degli ex deputati. Lo scontro si rende palese in aula, con l’esposizione di cartelli con la scritta “#sitengonoilprivilegio”, nuova campagna social dei 5 stelle, ma anche fuori dalla porta dell’ufficio di presidenza, dove un drappello dei loro deputati urla “vergogna” all’indirizzo della vicepresidente Sereni e prova a entrare, respinto dai commessi, nella sala dove si sta concludendo la riunione. Nel merito, durante la riunione dell’ufficio di presidenza la delibera proposta dal M5S è stata respinta a maggioranza, avendo ricevuto solo l’appoggio dei rappresentanti di Lega e Fdi.
Quella del Pd, dopo l’uscita dalla riunione dei rappresentanti stellati, all’unanimità. Dopo i tafferugli in aula e al primo piano di Montecitorio, Ettore Rosato, capogruppo del Pd, denuncia un “atteggiamento violento inaccettabile e barbaro”. E la presidente della Camera, Laura Boldrini, che in una nota racconta che “le assistenti parlamentari” che hanno resistito all’irruzione in ufficio di presidenza hanno fatto ricorso alle cure dell’infermeria, avverte: “Il confronto parlamentare non può svolgersi in un clima segnato dall’aggressività, dalle minacce, dalle intimidazioni. Chi irresponsabilmente sta alzando i toni dello scontro sappia comunque che la Camera garantirà la dialettica democratica e non si farà intimidire da questi metodi”. Al di là della apparente sorpresa per la presentazione della proposta Sereni (“una supercazzola” del Pd, secondo Luigi Di Maio), per i 5 stelle l’argomento vitalizi è decisivo nel posizionamento in campagna elettorale. Nel pomeriggio, non a caso, Di Maio e Alessandro Di Battista si fanno vedere in piazza, alla manifestazione spontanea, nata su Facebook, “Circondiamo il Parlamento”, dalla quale ufficialmente i capigruppo M5S avevano preso le distanze.
Accolti dal boato di “onestà, onestà”, marchio di fabbrica delle piazze stellate, i due uomini di punta del movimento fondato da Beppe Grillo si scagliano contro “i privilegi” del “Medioevo politico”. “Avevamo proposto – dice ai manifestanti il vicepresidente della Camera – un piccolo sacrificio, hanno votato una delibera vergognosa che grida vendetta. Dopo questo gesto disperato oggi so che andremo al governo di questo Paese, dopo questo atto politico sono finiti del tutto. Il 15 settembre celebreremo pacificamente la fine dei vecchi partiti e promettiamo una cosa: se andremo al governo tra i primi atti toglieremo tutto lo schifo dei loro privilegi”. Quanto alle prevedibili sanzioni per i comportamenti tenuti dai suoi colleghi durante la giornata, “è giusto – commenta – che chi difende i privilegi chieda sanzioni. Ci puniranno perché abbiamo chiesto di far saltare le loro pensioni, è il solito modo di fare”. “Se fossimo cinici – tuona Di Battista – dovremmo gioire davanti a queste schifezze perché il Movimento guadagna consensi. Anche oggi hanno salvato il privilegio delle pensioni. Continueremo a chiedere di votare ma loro faranno di tutto per arrivare al 15 settembre, quando avranno la pensione”.