25 anni fa la strage Georgofili, le iniziative per ricordarla

strage Georgofili

La Toscana ricorda la strage dei Georgofili e quella bomba, sotto la storica Torre de Pulci, messa dalla mafia a Firenze venticinque anni fa. Persero la vita in cinque in quella notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993: Angela Fiume e Fabrizio Nencioni, le loro figlie Nadia e Caterina di nove anni e due mesi, lo studente di architettura Dario Capolicchio di Sarzana. Ma la bomba provocò anche quarantuno feriti, sventrò la torre dove ha sede l’Accademia dei Georgofili, causò ingenti danni al museo degli Uffizi, a Palazzo Vecchio, alla chiesa di S. Stefano, al Ponte Vecchio e alle abitazioni tutt’attorno, lasciando moltissime famiglie senza un tetto. A ordinare la strage, come altre bombe che esplosero nello stesso anno a Roma e Milano, fu Cosa Nostra, che voleva così condizionare il funzionamento degli istituti democratici e lo svolgimento della vita civile del paese.

A Firenze, come nel resto d’Italia, la risposta fu compatta e la condanna ferma e senza possibilità di appello; e venticinque anni dopo pubblicamente ancora si tiene viva la memoria di quell’attentato e delle sue vittime innocenti. La Regione Toscana è stata anche parte civile nei processi. Conserva nel suo Centro Cultura Legalità Democratica gli atti di quei processi, donati lo scorso marzo dall’associazione “Tra i famliari della strage di via dei Georgofili”: 35 faldoni, lì assieme a tanti altri documenti sulla storia del terrorismo e delle stragi nell’Italia del Dopoguerra, con fondi donati da magistrati, giornalisti e avvocati. Ha promosso infine nel 2006 una legge con interventi a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.[irp]